Domenica mattina una donna in maternita’ aveva un travaglio un po’ prolungato, ma era quasi completamente dilatata ed abbiamo deciso di aiutarla con un po’ di ossitocina.
Ha inalato meconio ed ha avuto bisogno di rianimazione.
E’ ancora vivo ma le sue condizioni non sono affatto buone.
Chissa’ se ce la fara?
Avessimo fatto il cesareo il bambino starebbe meglio? E’ stato uno sbaglio tentare con l’ossitocina?
Oggi invece abbiamo avuto un caso diametralmente opposto.
Le infermiere di sala parto ci segnalano un distress fetale.
Caso vuole, l’intervento che stavamo facendo era finito esattamente in quel momento.
Entriamo quindi in sala per il cesareo d’urgenza in tempi brevissimi; l’operazione procede veloce ed il bambino nasce in mendo di due minuti dall’incisione della cute.
Pero’ non piange e neppure respira: ha solo attivita’ cardiaca.
Lo intubiamo, lo rianimiamo, lo ventiliamo… e lo manteniamo in vita per poco piu’ di 4 ore, e poi anche lui se ne vain paradiso.
Avremmo dovuto fare il cesareo prima? Forse siamo arrivati in ritardo!
Ma le infermiere non se ne sono accorte prima del distress fetale.
Appena avvisati, noi siamo intervenuti subito.
Ovviamente si puo’ ridire sul fattto che a Chaaria non c’e’ il cardiotocografo e che quindi le nostre infermiere non seguono bene i travagli.
Ma Chaaria e’ quello che e’. Facciamo molte cose, e ne mancano tante alter.
E poi, come dicevo gia’ nel post di ieri, tantissime cose sono al di fuori del nostro controllo. Ci piovono sulla testa, ci fanno sentire inadeguati, ma non sappiamo esattamente come avremmo potuto agire diversamente nel contest in cui ci troviamo ad operare.
Ovviamente, con il senno di poi tutti hanno delle soluzioni, ma nella pratica di tutti I giorni e’ assolutamente difficile fare sempre la scelta giusta.
Fr Beppe

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