martedì 17 marzo 2009

Colera


Siamo in allerta sanitaria per monitorare e segnalare ogni possibile caso di colera, dal momento che sono in corso epidemie della malattia in altri distretti.

Questa terribile patologia non ci ha mai lasciati, anche se fortumatamente l’ultima grande epidemia si e’ verificata a Chaaria nel 1999.
SterilizationRoom.jpgSi tratta di una malattia batterica, causata dall’agente Vibrio Cholerae. Il contagio e’ diretto, da persona a persona, e segue la trasmissione fecale-orale (in parole povere e’ trasmessa da acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di pazienti affetti).
La malattia colpisce solo gli esseri umani e non ha serbatoi animali, ma il vibrione puo’ sopravvivere molti mesi in acque sporche, che sono quindi le sorgenti principali di nuove epidemie.
La patologia, dopo un periodo di incubazione variabile da 1 a 5 giorni, causa una terribile diarrea acquosa (caratteristicamente ad acqua di riso), di molti litri in poche ore: senza terapia, la morte interviene rapidamente a motivo della disidratazione e degli squilibri elettrolitici correlati. Quasi sempre la carenza idrica nell-organismo e’ resa ancora piu’ grave dal vomito insistente.
Una persona puo’ morire in pochissime ore, se i liquidi non vengono rimpiazzati rapidamente. Normalmente non c’e’ febbre, e la temperatura corporea e’ al di sotto del normale.
Il decorso e’ in se’ autolimitante, e, se si riesce a reintegrare in modo adeguato i fluidi persi dal malato, l’organismo stesso e’ in grado di liberarsi dal vibrione colerico nel giro di una settimana.
Per la terapia, l’OMS propone di usare soluzioni reidratanti orali, in quanto esse contengono quantita’ bilanciate di elettroliti e di glucosio, e sono in grado di correggere completamente le carenze idriche dell’organismo, senza il rischio di sovraccarico del circolo e di edema polmonare.
Se invece ci si trova di fronte ad un paziente confuso, letargico, o ormai quasi comatoso, l’ infusione endovenosa e’ obbligatoria. Si devono somministrare quantita’ molto elevate di fluidi elettrolitici in tempi brevi, per impedire il collasso cardiocircolatorio dovuto all’ipovolemia. Cio’ costituisce spesso un problema grave in un malato con pressione quasi imprendibile e con le vene ormai completamente collabite.
E’ anche consigliato associare un antibiotico, al fine di ridurre la durata della diarrea (mediamente dai 7 ai 3 giorni): per il paziente adulto per noi e’ di scelta la doxyciclina. Abbiamo anche a disposizione il furazolidone.
Per i malati in eta’ pediatrica somministriamo invece del bactrim.
Molto importanti sono poi le misure per il controllo della patologia: insegnare a bollire sempre l’acqua, scoraggiare l’assunzione di verdure crude, raccomandare il lavaggio accurato delle mani prima dell’assunzione di cibi, far capire il pericolo di defecare nei campi o vicino a corsi d’acqua.

Fr Beppe



PS: Ringrazio di cuore tutti i bellissimi commenti sul blog che ci sono di grande incoraggiamento.

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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