venerdì 17 aprile 2009

Informazioni per i Volontari a Chaaria


1) Quando si arriva all’aeroporto di Nairobi si deve essere pronti con 40 dollari per il VISA turistico. Bisogna compilare un documento in cui si dichiara il tempo di permanenza in Kenya e l’indirizzo dove si verra’ ospitati. L’indirizzo che potete scrivere e’ COTTOLENGO MISSION HOSPITAL. PO BOX 1426. 60200 MERU.
2) Ad aspettarvi in aeroporto ci sara’ sempre qualcuno di noi. Puo’ essere il nostro autista Joseph, oppure il nostro Fratel Lorenzo. Non dovete preoccuparvi di riconoscerli. Avranno un cartello con la scritta COTTOLENGO MISSION HOSPITAL. CHAARIA.
3) Sarete quindi accompagnati in auto al Cottolengo Centre di Langata dove passerete la notte. Quindi l’indomani mattina sarete portati a Chaaria. Il viaggio e’ quasi tutto su strada asfaltata, a parte gli ultimi 20 km che sono sterrati. Il tempo previsto e’ di circa 5 ore.
4) Anche il giorno della partenza sarete accompagnati all’aeroporto con la macchina della missione. Saremo noi a confermare il vostro biglietto di ritorno, per cui non vi dovete preoccupare. All’uscita dal Kenya non e’ previsto alcun pagamento.
5) Vitto, alloggio e trasporti sono tutti gratuiti per i volontari, cosi’ come le gite domenicali. L’unica escursione che i volontari si devono pagare e’ quella al parco nazionale (per chi ne fa richiesta). Tra le uscite domenicali e’ prevista anche una giornata a Isiolo dove i volontari possono dedicarsi allo shopping di curiosita’ e oggetti tradizionali. La dieta e’ in parte mediterranea ed in parte locale: ci vorra’ forse un po’ di spirito di adattamento!
6) L’alloggio e’ dignitoso, anche se certamente non a 5 stelle: forniamo noi lenzuola, asciugamani e saponette. Non preoccupatevi per le prese corrente di tipo inglese. Abbiamo escogitato mezzi per potervi permettere di ricaricare i telefonini usando il vostro caricabatterie senza necessita’ di comprare riduzioni. A Chaaria c’e’ infatti corrente elettrica e generatore in caso di problemi. I telefonini prendono relativamente bene. Portatevi ciabatte o sandali da usare in ospedale, e scarpe da ginnastica per le gite. A volte alla sera e’ frescolino per cui anche un maglione vi potrebbe far comodo. Non credo sia il caso che vi portiate farmaci, in quanto in ospedale siamo ben forniti anche in caso di vostri problemi di salute, ma comunque sentitevi liberi se volete prepararvi un piccolo kit di pronto soccorso personale.
7) E’ possibile usare internet per email: l’orario previsto per i volontari e’ dalle 20.30 alle 22.30.
8) Per le vaccinazioni internazionali chiediamo di attenersi a quanto prescritto dagli Uffici d’Igiene competenti. Il libretto della febbre gialla e’ a volte richiesto all’aeroporto, per cui chiediamo di fare la vaccinazione suddetta. Sconsigliamo categoricamente di venire a Chaaria senza una profilassi antimalarica: non ci sono sostanziali differenze di protezione tra il lariam ed il malarone. In camera sono disponibili le zanzariere. Consigliamo di portare delle lozioni repellenti, tipo autan.
9) Siccome il viaggio da e per Nairobi e’ impegnativo per la missione, sia dal punto di vista economico (diesel, autista in trasferta), sia per il fatto che siamo abbastanza limitati nel parco macchine, se possibile chiediamo ai volontari di attenersi a turni di tre settimane o multipli di esso ( 6 o 9 settimane), in modo da poter far combaciare (quando possibile) gli arrivi in Kenya e le partenze per l’Italia. Certamente le eccezioni saranno contemplate e valutate caso per caso.
10) Se i volontari non abitano molto lontano da Torino chiediamo loro di recarsi al Cottolengo e di avere un colloquio con Fr Giuseppe Meneghini, Superiore Generale della nostra famiglia religiosa, e con Sr Anna Maria Derossi, coordinatrice delle partenze. In quell’occasione i volontari potrebbero anche prendere una valigia di materiale sanitario ed altre donazioni che in genere riceviamo dalla Casa Madre. Ringraziamo anticipatamente per questo servizio di trasporto bagagli.
11) A parte i 40 dollari necessari all’aeroporto, si puo’ tranquillamente venire con gli Euro. Per l’acquisto di scellini keniani, potete chiedere in Missione e noi cambieremo per voi in banca, dandovi anche ricevuta.
12) Se al volontario dovesse succedere qualcosa che lo portasse alla necessita’ di dover ripartire anticipatamente per casa, sara’ nostra premura cambiare la data del biglietto e riaccompagnarlo all’aeroporto.
13) Non e’ necessario portarsi il camice o la divisa da sala operatoria, in quanto ce ne sono qui di uso comune. Certo, se ne portate alcune e poi ce le lasciate, questo ci sara’ molto utile. Per i medici consiglio di venire con il proprio fonendoscopio. Per i chirurghi con problemi di allergia al lattice o al talco, chiedo per favore di portarsi i guanti sterili. Anche chi ha le mani molto grandi o molto piccole potrebbe avere dei problemi in sala operatoria: i guanti a disposizione a Chaaria sono di taglia 6.5, 7, 7.5. Abbiamo guanti non sterili a sufficienza, ma solo tutti in lattice. Abbiamo a disposizione occhiali di protezione e visiere per la sala.
14) Altre informazioni riguardanti i voli, lo scarico di responsabilità, l’iscrizione all’Associazione, ecc. le potrete avere direttamente Fr Giuseppe Meneghini che sapra’ dirvi chi contattare. Sul blog troverete anche un vademecum di benvenuto a Chaaria per i volontari, ed in piccolo dizionarietto Inglese/Kimeru/Kiswahili.
15) Per i volontari con problemi di ipertensione ricordo che Chaaria e’ a 1.100 metri sul livello del mare; ma, forse a causa del caldo e della vasodilatazione, normalmente la pressione tende a scendere un po’ rispetto all’Italia.

Spero di avervi dato informazioni utili. Se ci sono dubbi ancora non chiariti, non fatevi problemi e scrivetemi una mail.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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