martedì 24 marzo 2009

Salutiamo i nostri amici sardi


Domani Luciano, Enrico, Marina e Stefania ci lasceranno. La loro presenza ha portato grandi novità per Chaaria. Certamente la cosa che più mi rende felice è il fatto che ora siamo in grado di continuare con l'ambulatorio per le gastroscopie. Marina è stata veramente disponibile e si è fatta in quattro per insegnarmi sia la tecnica, che le patologie, che le necessarie premure da riservare a strumenti tanto delicati.

Endoscopia.jpgNon dico di essere un grande endoscopista, ma almeno ora so tenere in mano il gastroscopio, e mi so orientare all'interno del tubo digerente. Avrò bisogno ancora di altri mentori che vengano a condividere con me la loro esperienza... e questo è anche un appello accorato, per qualche gastroenterologo che avesse voglia di venire a Chaaria.
Tra l'altro non abbiamo neppure iniziato la mia formazione sulle colonscopie, per cui ho davvero ancora tanto bisogno di aiuto.
Luciano ha lavorato moltissimo, ed ha recuperato tendini che per noi erano impossibili: tanta gente potrà nuovamente usare le mani grazie a lui.
Enrico ha continuato la sua formazione permanente nei confronti miei e di Ogembo, aiutandoci a migliorare un po' nella tecnica delle isterectomie.
Stefania è stata l'infermiera di sala sia per Marina durante le endoscopie, sia per Luciano durante gli interventi chirurgici.
Altro dono inaspettato di Dio è l'arrivo di una nuova ginecologa del gruppo di Luciano: si tratta di Fausta, che già opera a Camp Garba da alcuni giorni e domani si trasferirà a Chaaria dove starà fino alla fine della sua esperienza in Kenya.
A tutti va il nostro sentito ringraziamento

Fr Beppe Gaido


PS: Abbiamo quasi completato la stesura di un piccolo dizionarietto per i volontari di Chaaria.
Si tratta di poche pagine di parole utili da usare durante il servizio con noi. Il dizionario sarà costituito di 4 colonne: italiano - inglese - kimeru - kiswahili. Per ora è una bozza che poi ci proponiamo di far crescere anche con il vostro contributo. Speriamo di fare cosa gradita ai volontari che si preparano a venire a lavorare con noi.

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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