In parole povere significa che il germe entra nell'organismo umano soprattutto attraverso le feci di persone già affette dalla malattia.
La via più facile per prendersi il colera è quella di bere acqua non bollita, ricavata da fonti contaminate; oppure quella di consumare cibi crudi (soprattutto verdure che potrebbero essere state irrigate con acqua inquinata).
La trasmissione diventa più facile quando la popolazione non possiede o non usa sistemi minimi di igiene sociale: con questo intendo parlare soprattutto dei gabinetti e dell'acqua corrente.
Infatti in vari villaggi non lontani da Chaaria la gente ha ancora l'abitudine di defecare in aperta campagna... e poi naturalmente non ha rubinetti dove lavarsi le mani. Questo in sè è parte del problema, in quanto una successiva precipitazione causerà dei rigagnoli di acqua e la farà drenare nei ruscelli e nei torrenti, che quindi diventeranno via via più infestati dalla malattia. Bisogna anche tenere conto del fatto che sovente le popolazioni che vivono vicine ad un fiume tendono a fare i loro bisogni nel bagasciuga, in quanto l'acqua potrà poi essere usata per pulirsi, e porterà via le feci riducendo il problema della puzza e delle mosche. Anche questa abitudine quindi aumenta le possibilità di trasmissione della malattia.
C'è poi il fatto che molti, soprattutto i bambini, non si lavano le mani prima di consumare alimenti. Le unghie sono in genere un terribile ricettacolo per la malattia.
Quando piove troppo, come quest'anno per esempio, i fiumi straripano e si spandono per i campi, andando quindi a raccogliere tutte le feci umane sparse in essi, e convogliandole pure verso territori lntani: questo è in genere il modo in cui la malattia si espande anche a zone molto lontane dal suo "epicentro".
Da mesi ormai il colera serpeggia in Tharaka, soprattutto nelle aree adiacenti alla nostra missione di Mukothima, e per adesso sembra che non si riesca a debellare il morbo.
Il governo sta offrendo supporto tramite team itineranti di esperti che si recano nei vari villaggi, e tramite la donazione gratuita di antibiotici e liquidi di infusione endovena.
Credo comunque che si dovrà puntare molto alla formazione, soprattutto in futuro, per evitare una ripetizione della epidemia a tempi brevi: sarà essenziale insegnare l'uso di semplici latrine per la defecazione, invece di fare i propri "bisogni" nei campi; ci si dovrà impegnare a fondo nella educazione sanitaria, tesa soprattutto alla lavatura delle mani prima di mangiare e cucinare, al bollire l'acqua da bere e all'igiene alimentare in genere.
PS: i farmaci donati dal governo sono la doxiciclina per gli adulti e la eritromicina per i bambini.
Fr Beppe Gaido


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