mercoledì 16 febbraio 2011

Servizio

Riteniamo che il nostro servizio ai poveri sia davvero importante nella nostra testimonianza vocazionale.
La gente a volte non capisce la nostra Consacrazione, ma sempre apprezza il nostro servizio e la nostra donazione.
Il servizio ai Buoni Figli rimane al centro della casa di Chaaria. Essi sono la pupilla del Centro. Abbiamo cercato di responsabilizzare un po’ di più le famiglie, ma  senza alcun successo.
Purtroppo è generale un senso di delega ed abbandono, per cui un Buon Figlio accettato dal Cottolengo viene in pratica scaricato ed abbandonato.
C’è inoltre la diffusa mentalità secondo cui presso i missionari bianchi non si paga e non si deve pagare… per cui è assolutamente inutile chiedere loro quel po’ di sostegno economico che aiuterebbe il centro a tirare avanti.
Per quanto riguarda il servizio sanitario, i poveri ci hanno spinto ad aumentare giorno dopo giorno le nostre prestazioni.
Il servizio è cresciuto senza piani preordinati, in quanto sono state le esigenze dei poveri a dirigere le aperture di nuovi servizi.
Ogni volta che dicevamo loro:” questo servizio non c’è”   loro semplicemente si sedevano fuori al cancello aspettando e dicendo: L’ UOMO BIANCO FARA’ QUALCOSA.
Comunque sia ci  sembra che il postulato cottolenghino di servire i poveri più poveri, soprattutto coloro che sono disattesi dall’ Ente pubblico, sia completamente messo in pratica nel nostro contesto.
E’ un servizio costoso, perché i farmaci costano e la gente non può pagare, per cui riconosciamo che Chaaria pesa economicamente sulla Piccola Casa. Allo stesso tempo, umilmente riteniamo che siano soldi spesi bene, perché dati completamente ai poveri.
Abbiamo anche avuto un grande aiuto da parte di benefattori.
Il servizio di manutenzione è importante ed apprezzato. Senza questo servizio molti lavori sarebbero dati in appalto e le spese aumenterebbero ulteriormente. Lo stesso si può affermare anche per l’attività agricola della shamba.
                                                           
Per la comunità di Chaaria
Fr. Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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