giovedì 14 aprile 2011

Festa di SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO


Festa di SAN GIUSEPPE
BENEDETTO
COTTOLENGO
 
dal 28 aprile
al 6 maggio
2011
 
Organizzazione
Via G. Micheletto 83 - Tel. 0124.490.542
In collaborazione con il Cottolengo di Feletto
 
Ingresso libero e gratuito
L’organizzazione declina ogni responsabilità in caso di danno di
qualsiasi natura o genere a cose o a persone, prima, durante e
dopo tutto il tempo della festa.
 
giovedì 28 aprile 2011
ore 18,00 Rosario e Santa Messa
ore 21,00 Concerto “Laboratorio musicale” diretto dai
maestri Bruno Lampa e Andrea Barone
 
venerdì 29 aprile 2011
ore 18,00 Rosario e Santa Messa
ore 21,00 Il Gruppo teatrale “J ’Articioch” di Front presenta
“Tan fràcass per niente”
 
sabato 30 aprile 2011
ore 10,00 Santa Messa
ore 20,00 Cena con porchetta
(prenotare al 336.771.402 entro il 26 aprile)
Animano la serata il Gruppo Pancalieri e
Mago Fisch
 
domenica 1º maggio 2011
ore 10,30 Santa Messa solenne - Segue processione
ore 12,00 Spettacolo degli Sbandieratori di Feletto
ore 16,00 Festa Insieme
Animano il pomeriggio Savio e Clown Vip
ore 19,00 Merenda sinoira
(prenotare al 336.771.402 entro il 28 aprile)
ore 21,15 Spettacolo del Gruppo Storico “Nocturna”
di Romano Canavese
 
giovedì 5 maggio 2011
ore 21,00 Presentazione Cooperativa agricola “Cavoli
nostri” e Associazione Aicare
 
venerdì 6 maggio 2011
ore 21,00 Concerto della Filarmonica “Alpina” di Hône
diretto dal maestro Emanuele Bonetti


PROGRAMMA
 
Si ringraziano:
Associazione Filarmonica Felettese, Sbandieratori di Feletto,
Cantoria, Gruppo Teatrale di Front, Gruppo Storico “Nocturna”,
Mago Fisch, Gruppo Pancalieri, Clown Vip, Filarmonica “Alpina”,
Savio, Gruppo “Quelli della Coorte”, benefattori e amici volontari.
 
S.G


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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