martedì 5 aprile 2011

I REQUISITI DI IDONEITÀ PER LA MISSIONE ALL’ESTERO


I REQUISITI DI IDONEITÀ PER LA MISSIONE ALL’ESTERO
(Delibera del Consiglio Direttivo del 9 ottobre 2010)


Obbligo di partecipazione  all’incontro di aggiornamento; (le date verranno comunicate entro il 15 aprile 2011).
    Per la Missione di Chaaria:
    Tutti i volontari che vogliono svolgere il servizio nella missione di Chaaria debbono partecipare prima   all’incontro di formazione ed aggiornamento che
    verrà  svolto contemporaneamente a  Roma , Torino e Catania.
    La frequenza al corso di agggiornamento è obbligatoria una volta all'anno anche per coloro che hanno già prestato il servizio nella Missione.



    Titoli per la missione in ambito di servizio sanitario:

    -  Iscrizione all’Associazione;
    - Possedere un Titolo di studio idoneo ed iscrizione aggiornata all’albo professionale;
    - Conoscere in modo approfondito la lingua inglese;
    - Per i  medici:  specializzazione, specializzando oppure avere almeno due anni di esperienza professionale in medicina generale;
    - Per  Odontoiatri, Infermieri, fisioterapisti, Ostetrici :  almeno due anni di svolgimento della professione. 


    Titoli per la missione in ambito di servizio generico:

    - Essere iscritti all’Associazione;
    - Tirocinio (almeno 15 gg) presso una struttura italiana della Piccola Casa della Divina Provvidenza;
    - Avere conseguito l’idoneità alla missione con certificazione del Responsabile della struttura italiana;
    - Conoscere in modo approfondito la lingua inglese.



    Il Consiglio Direttivo

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    Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

    Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

    Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

    Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

    Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

    E poi, andare dove?

    Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

    Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

    Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

    Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

    Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


    Fratel Beppe Gaido


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