lunedì 25 aprile 2011

Pasquetta

“Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti”... e’ quanto preghiamo ogni mattina nell’inno del tempo pasquale... ed in effetti oggi il cielo e’ terso, dopo una notte di buona pioggia. Il sole e’ davvero sfavillante, mentre nell’aria limpida svolazzano e fanno un baccano tremendo gli ibis.
Il cielo della stagione delle piogge e’ bellissimo: di un blu profondo che attira gli sguardi e ti ipnotizza a contemplarlo, come a volte mi succede davanti ad un mare pulito e tranquillo. Il sole e’ bruciante e prepotente: ti verrebbe voglia di sdraiarti su un asciugamano e prendere la tintarella.
Ma oggi purtroppo non e’ giornata per scampagnate “fuori porta”: infatti e’ festa anche da noi, ma la gente affolla l’ospedale, dimenticandosi completamente della ricorrenza.
In piu’ mancano molte figure chiave nel nostro personale, a motivo della festivita’: il dott Ogembo fa volontariato solo per poche ore; manca Jesse, e cosi’ la maggior parte dei clinical officers.
Questa e’ un po’ la croce del nostro perenne lavorare sotto staff e con risorse economiche “non illimitate”: da una parte, tutti i dipendenti vogliono essere in famiglia per le feste comandate; dall’altra pure noi siamo un attimino restii ad proporre straordinari, che verrebbero pagati doppio... perche’ a volte arrivare alla fine del mese e coprire tutte le uscite non e’ cosi’ semplice.
E cosi’ i giorni festivi ed i week end sono diventati per noi una specie di incubo, in cui la densita’ dei clienti non si riduce (in quanto tutti pensano che, andando in giorno festivo o nel fine settimana, si incontrerebbe una lista di attesa meno nutrita)... ma il personale disponibile e’ sempre scarno ed insufficiente rispetto ai bisogni.
Ma, come spesso dico a me stesso, “meno male che l’ospedale e’ pieno, perche’, se fosse vuoto, questa sarebbe una indicazione chiara che Dio non e’ contento di noi e la gente non apprezza i nostri servizi”.
Ma devo dire che anche oggi da questo punto di vista possiamo star tranquilli, in quanto abbiamo registrato il “tutto esaurito”... e per la legge statistica di Murphy, che puntualmente si avvera a Chaaria, oggi che non c’era l’anestesista abbiamo avuto quattro cesarei ed una revisione della cavita’ uterina... ormai lo sappiamo che Murphy normalmente ci azzecca, ed allora non ce ne stupiamo piu’.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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