sabato 20 agosto 2011

Fratelli d'Italia

Come potete vedere, dopo lungo e fedele servizio, la bandiera sarda si e' ridotta a brandelli, ed e' stata sostituita dal tricolore... per volonta' dei volontari del "Continente". 
Ora spetta ai Sardi rilanciare con un bandierone ancora piu' grande. 
Tendendo conto che siamo nel centocinquantesimo dell'unita' d'Italia, ci sembra comunque una bella cosa che il tricolore sventoli a Chaaria, in quanto la nostra Missione e' indubbiamente italiana, pur con profonde radici in Kenya: italiano era San Giuseppe Cottolengo; italiano e' il fondatore di Chaaria Fr Lodovico Noveresio; italiana e' la Piccola Casa che ci sostiene, ed italiani sono stati molti Fratelli e Suore che a Chaaria sono passati o lavorano tuttora... e non da ultimo, italiani sono quasi tutti i volontari. 
 
La comunita' di Chaaria 
 
 

1 commento:

Rinaldo ha detto...

Carissimo Beppe, va bene che manchi dall'Italia da tanti anni, è vero che la nostra Isola ha uno statuto speciale, e che NOI siamo UN POPOLO GRANDE e FIERO, va bene che tra poco con un referendum ci stacchiamo dal continente, MA ANCORA ADESSO ANCHE NOI SIAMO ITALIANI, quindi per alcuni mesi il tricolore va bene, appena arrivo ti assicuro che ti regalo una Bandiera Sarda enorme. un grande abbraccio a tutta la comunità
Rinaldo


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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