giovedì 18 agosto 2011

Non sò che dire!

Abbiamo appena terminato il nostro patema d'animo legato alla totale assenza di generatore, ed eccoci ripiombati in un'altra emergenza.
Pare che l'emergenza sia ormai la norma per Chaaria!
Questa volta si tratta di emergenza idrica.
Per fortuna non siamo nella situazione dei poveracci che nel Nord del Kenya muoiono di fame e di sete... ma rimane il fatto che siamo totalmente senz'acqua.
Si tratta di un altro problema che pare abbia "bruciato" le pompe dell'acqua (forse si è trattato di uno sbalzo di tensione nella rete elettrica).
Fatto sta che in poche ore siamo rimasti a rubinetti asciutti.
Meno male che avevamo realizzato con il CDF un piccolo progetto idrico che ci porta un po' di acqua dal fiume Mariara fino alla shamba!
Grazie a questa fonte di acqua non chiaramente potabile, abbiamo per lo meno supplito ai fabbisogni legati alla pulizia degli ambienti.
Abbiamo raccolto l'acqua in taniche di plastica che abbiamo distribuito sia al Centro Buoni Figli che all'ospedale. Anche in sala operatoria oggi ci siamo lavati le mani con una brocca che faceva scorrere su di esse acqua di fiume forse piena di germi... ma non ci sono alternative!
Le lavatrici sono ferme, e domani dovremo chiamare molte persone a giornata per lavare la moltissima biancheria a mano, con l'acqua che porteremo in lavanderia a secchiate dal tank che si trova nella shamba.
Noi ci laveremo come fa la gente locale, con un po' di acqua sporca ed una bacinella... e così succederà anche ai pazienti. Questa stessa acqua la faremo bollire per bere!
Il problema più grosso non è neppure cucinare, perchè penso che, dopo la bollitura, l'acqua del fiume non sia poi così diversa da quella dei nostri pozzi... e per una pastasciutta può andar bene.
Il vero dilemma è il lavaggio continuo di un operato di prostata in seconda giornata post-operatoria. Ora stiamo usando fisiologica, ma ci costa un occhio della testa!
Abbiamo un altro malato da prostatectomizzare, ma dovremo aspettare i tecnici delle pompe da Nairobi, prima di programmare l'intervento. Infatti per il lavaggio continuo, normalmente bolliamo l'acqua del nostro pozzo, e non possiamo nè svenarci usando ancora della fisiologica, nè impiegare acqua di fiume che, seppur bollita, potrebbe portare in vescica tante impurità dannose.
Speriamo solo che si risolva presto questo problema.
Non so neppure se riuscite ad immaginare un ospedale senz'acqua!
Provate a farvi un'idea dei servizi igienici... pensate alla sala parto. Immaginate la difficoltà a lavarci le mani tra un paziente e l'altro. Pensate anche al problema di avere biancheria pulita per la sterilizzazione, ora che non abbiamo le lavatrici.
Secondo la LEGGE DI MURPHY, la "sfortuna" capita sempre quando già sei infangato fino al collo... e direi che in questo periodo lo stiamo sperimentando ampiamente a Chaaria.


Fr Beppe
 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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