lunedì 5 settembre 2011

La coltivazione del tabacco

A motivo della presenza in Kenya di una multinazionale del settore, molta gente viene spinta a cambiare tipo di coltivazione nella propria shamba. Essi lasciano le tradizionali colture di granoturco, fagioli e arachidi, per lo piu’ legate alla sopravvivenza, per quel che essi chiamano “cash crop”, cioe’ una coltivazione finalizzata alla vendita ed alla acquisizione di denaro liquido. 
Nel corso degli anni, vari sono stati i tipi di “cash crop” nella nostra zona... e questo sempre per motivi legati alla finanza mondiale ed ai vari trend degli acquisti dettati dalla globalizzazione. Io stesso ricordo quando Chaaria era come una immensa distesa di cotone, mentre ora si fa fatica a trovarne una sola pianta nel circondario. 
A Chaaria Market ancora esiste il cotonificio, gia’ attivo al tempo della colonizzazione britannica... ma e’ completamente chiuso. La ragione per cui il cotone e’ andato in disgrazia e’ stata puramente economica. 
Le esportazioni del Kenya erano piu’ costose che in altre parti del mondo, per cui nessuno piu’ comprava il cotone di queste parti. Poi ricordo gli anni del caffe’. Ora anche le piante di questa deliziosa bevanda sono state sradicate, soprattutto nelle zone piu’ aride del Meru (inclusa Chaaria), in quanto la coltivazione non rende. E’ quindi venuto il periodo in cui attorno a Chaaria vedevi distese enormi di girasoli, che venivano venduti per la produzione di olio. Questo tipo di “cash crop” e’ durato pochissimi anni, per ragioni credo similari, ma di cui ignoro i dettagli. 
Sta di fatto che i pochi girasoli che vedi nel circondario sono assolutamente selvatici. Da qualche anno a questa parte e’ invece arrivato il tabacco, che per ora rende bene... anche se i prezzi sono legati al continuo oscillare dell’economia mondiale. La coltivazione del tabacco porta comunque con se’ dei problemi non da poco. 
Sembra per esempio che la pianta sia in se’ molto esigente ed impoverisca il terreno completamente... con il rischio che, quando la produzione sara’ troppo scarsa, la multinazionale decida di emigrare... Inoltre, il tabacco viene acquistato gia’ essiccato: la gente deve costruire delle rudimentali fornaci di terra (le cosiddette “tobacco barns”), ed in esse bruciare legna continuamente, al fine di creare un ambiente caldissimo in cui le foglie di tabacco (appese a dei fili come dei vestiti al sole) possano essiccare rapidamente. 
Cio’ porta con se’ un prezzo ambientale altissimo, legato alla deforestazione molto accentuata. Inoltre la coltivazione dipende pesantemente dall’andamento delle piogge: nella siccita’ i contadini raccoglieranno poco o nulla. 
Tutto questo fa del tabacco una coltivazione alquanto rischiosa; al momento comunque, Chaaria e’ circondata da questa pianta a foglie larghe che vagamente ricorda i nostri cavoli. 

Fr Beppe Gaido 



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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