domenica 2 ottobre 2011

Eric Maina Mwangi

Nome: Eric Maina Mwangi

Data di nascita: 14/08/1983
Tipo di disabilità: disabilità mentale medio grave
Data di accoglienza al centro: 06/06/2000
Rapporti con la famiglia: i genitori e altri famigliari vengono a fargli visita di rado. Ci stiamo impegnando perchè le visite siano più frequenti
Cenni biografici: difficile ricostruire la storia di Maina, che probabilmente e’ nato con questo tipo di disabilità mentale medio-grave. I genitori sono molto poveri e per lungo tempo hanno cercato un centro che potesse accoglierlo.
Note particolari: pur non essendo capace di parlare, Maina e’ molto socievole ed è in grado di stringere relazioni affettive. Il suo sorriso è inconfondibile ed ha la capacità di rasserenare chiunque lo guarda. E’ un grande collezionista di batterie scariche che custodisce con cura in vari sacchetti di plastica, questo costituisce il suo “tesoro”, da cui non si separa mai nemmeno durante la notte. Per questo motivo il più bel regalo che gli si possa fare è una batteria da aggiungere alla sua collezione!

Adottato da: Immacolata Padula Poddighe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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