mercoledì 19 ottobre 2011

The snake hunter

Per qualcuno Tofi e’ una belva feroce da temere come si temono i leoni della savana; per qualcun altro e’ un fastidioso animale testardo che continuamente tenta di giocare con le tue caviglie e non si accorge che, crescendo, i suoi dentoni sono diventati robusti... ragion per cui i suoi giochetti fanno piuttosto male; per altri poi e’ una noia incredibile, in quanto e’ sempre dietro ai tuoi pantaloni e te li tira con il morso fino a che si strappano; altri lo detestano soprattutto quando va a raccogliere la roba stesa dai fili della biancheria e ci si sdraia sopra.
Altri pero’ gli vogliono bene e ne provano tenerezza.
Per me e’ un dolcissimo e fedele amico che mi aspetta tutte le sere e mi da’ il buongiorno al mattino prestissimo... oltre che accompagnarmi fino all’ospedale nelle emergenze notturne.
Ma Tofi non e’ solo questo!
Lui e’ anche un cacciatore di serpenti!
Per due volte e’ stato morsicato da un mamba e ci ha quasi rimesso le penne... oltre che i peli delle natiche.
Ora i serpenti li teme, e non puo’ vederli!
Se ne capita uno nei paraggi, Tofi diventa matto: si mette ad abbaiare furiosamente e ci gira attorno (naturalmente a distanza di sicurezza!), finche’ uno di noi arriva con un bastone ad uccidere il nemico.
Nell’ultimo mese per due volte mi ha salvato dal morso di un mamba nero: l’occasione in cui ci sono andato piu’ vicino e’ stata tre settimane fa, quando un mamba era entrato in refettorio di notte. Io ero entrato per bere un po’ d’acqua dopo un cesareo notturno, senza neppure accendere la luce.
Tofi mi ha seguito ed ha iniziato a latrare tremendamente, obbligandomi ad andare ad accendere il neon. Solo in quel momento ho visto il mamba nero che sonnecchiava a pochi centimetri da dove mi trovavo mentre sorseggiavo la mia acqua.
Devo veramente dire grazie a Tofi per il suo fiuto per i serpenti, e per il terrore che ne prova, attirando la nostra attenzione.
Cari volontari, se sentite Tofi abbaiare come un pazzo e non muoversi dallo stesso punto... soprattutto di notte, ebbene datevela alle gambe, o prendete un bastone e schiacciate la testa all’intruso.

Fr Beppe






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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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