Idealmente oggi mi collego con il post del mercoledi’ delle ceneri.
Mentre ripeto la mia convinzione che un po’ di digiuno non mi fa assolutamente male (oggi per esempio mi ha scritto un amico missionario che opera in Niger e mi ha detto che laggiu’ il 65% della popolazione non ha cibo a sufficienza a causa della siccita’), desidero pero’ lasciarmi stimolare dalla lettura del Profeta Isaia propostaci nella Messa di ieri. Invito tutti voi a rileggere Is 58,1-9.perche’e’ un testo stupendo ed estremamente forte, poetico e chiaro nello stesso tempo.
In pratica il Profeta asserisce che Dio e’ nauseato dai nostri digiuni e non ce la fa piu’ con le nostre solenni liturgie che ci servono piu’ che altro per metterci a posto la coscienza, mentre nella vita di tutti i giorni ci odiamo a vicenda, sparliamo gli uni degli altri, siamo ingiusti verso il nostro prossimo ed opprimiamo i deboli. Dio ci ricorda che non possiamo lavarci la coscienza con delle pratiche esterne quando nelle nostre comunita’ c’e’ guerra intestina, pregiudizio, oppressione del povero ed ingiustizia verso i deboli. Isaia ci indica che il digiuno gradito a Dio e’ togliere i gioghi ingiusti, soccorrere l’orfano e la vedova, lavorare per la giustizia.
Ecco quindi una nuova chiave di lettura per il nostro digiuno quaresimale: dobbiamo soprattutto cercare di volerci piu’ bene, e di agire e parlare solo per il bene degli altri. Volersi bene e’ il centro del Cristianesimo; e’ il primo e piu’ importante comandamento... ma e’ anche il precetto piu’ disatteso.
Ecco quindi che oggi abbiamo un nuovo stimolo per la conversione: il nostro digiuno deve essere lo sforzo di volerci bene, di essere buoni con tutti, di servire gli altri nella carita’, di lottare per la giustizia. Il nostro digiuno e’ nel diventare sempre di piu’ i servi dei nostri fratelli... soprattutto i poveri e gli oppressi.
E’ un digiuno ancor piu’ esigente di quello del cibo, ma sicuramente puo’ portare grandi frutti nella nostra vita se ci proviamo con serieta’... ed e’ il digiuno che Dio accetta, secondo le parole di Isaia.
PS: i bambini nella foto sono dell’ospedale di Chaaria e non del Niger.
Fr Beppe Gaido
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