martedì 7 febbraio 2012

Progetto perle nere - Henry Mwangi


Nome: Henry Mwangi

Data di nascita: 01/10/1971

Tipo di disabilità: disabilità fisica e mentale grave.

Data di accoglienza al centro: 20/10/2011

Rapporti con la famiglia: Solo una sorella si interessa di lui e da quando è arrivato al Cottolengo è venuta una volta alla settimana a trovarlo.

Cenni biografici: nato disabile mentale, da adulto ha avuto una paralisi e quindi da quel momento è diventato anche disabile fisico. Dopo la morte della madre avvenuta nel 2002, Henry ha vissuto con il padre anziano e la sorella che abitava vicino, andava tutti i giorni a preparare da mangiare e assisterlo. Gli altri fratelli si sono completamente disinteressati di lui. Quando il padre non è più riuscito a gestire la situazione, la sorella ha chiesto al Cottolengo di poter accogliere Henry.

Note particolari: di famiglia metodista.
Appena arrivato al Cottolengo era gioioso, ma da quando è qui si è rattristato molto, solo quando vede la sorella gli viene il sorriso e la gioia.
Non è in grado di mangiare da solo e deve essere aiutato per l’igiene personale.

Adottato da: Salvatore Puddu 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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