martedì 18 settembre 2012

Lutto in famiglia

Oggi improvvisamente e’ mancato George. Avevamo veramente sperato che ce l’avrebbe fatta, ed invece la TBC ha avuto la meglio. 
Dopo 15 giorni di drenaggio toracico a pressione negativa, il polmone si era completamente riespanso; la saturazione di ossigeno migliorava costantemente, ed ora era giunta a valori attorno al 95%. Inoltre aveva un ottimo appetito ed era tornato a sorridere. 
Ieri, il dott Pierantonio ed io abbiamo deciso di togliergli il drenaggio toracico, e stamattina abbiamo dimesso George dall’ospedale. 
E’ quindi rientrato al Centro dai suoi compagni… ha mangiato cena bene, imboccato dalla sua preferita Teresia… ed e’ in braccio a Teresia che e’ spirato, mentre lei lo mettava a letto. Erano le 18 circa. 
Siamo tutti molto tristi, perche’ eravamo gia’ convinti che ce l’avremmo fatta a salvarlo… ma i piani del Signore erano differenti. 
Avevamo contattato i suoi familiari due settimane fa, dicendo che George era molto grave, ma naturalmente non e’ venuto nessuno. Ora Geroge riposa in obitorio. I ragazzi del Centro, come sempre capita di fronte alla morte di un loro compagno, sono molto spaventati ed esterrefatti. 
Non sappiamo ancora quando ci sara’ il funerale, ma pare non prima di giovedi’ prossimo: questo per permetterci di ricontattare la famiglia nella speranza che qualcuno venga. Chiediamo ai volontari che lo conoscevano un ricordo nella preghiera. 

Fr Beppe e confratelli 


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....