venerdì 21 settembre 2012

Una cisti ovarica


Quando avevo visitato Lilian la settimana scorsa, avevo notato una massa palpabile addominale che ricordava una gravidanza al settimo mese.
Lei pero’ era sicura di non essere incinta ed il test sull’urina era in effetti negativo.
Ho fatto un’ecografia e mi sono spaventato.
Si trattava di una massa multiconcamerata, e, considerando la sua giovane eta’ (25 anni), avrebbe potuto essere un enorme ovaio policistico. Pero’ gli ultrasuoni non erano in grado di chiarirmi se invece non si trattasse di un carcinoma dell’ovaio.
Prima di decidere sul tipo di terapia da proporre, ho quindi optato per un citologico ecoguidato: ho estratto 20 ml di liquido giallo citrino da una delle formazioni cistiche piu’ grandi, dopo essermi assicurato che non ci fossero anse intestinali interposte.
Il referto e’ stato in effetti negativo. Il responso del patologo parlava di ovaio policistico.
Si trattava quindi di armarsi di coraggio e provare l’intervento: infatti la terapia medica non avrebbe potuto avere successo con una formazione tanto grande.
La mia paura era che si trattasse di una massa adesa agli organi circostanti e difficile da enucleare.
Avevo quindi preparato due piani d’azione: nel caso piu’ fortunato, avremmo tolto la cisti (l’eco infatti sembrava indicare un ovaio policistico solo a destra, mentre la gonade di sinistra pareva indenne); se invece avessimo trovato una marea di aderenze all’intestino e ci fossimo trovati nell’impossibilita’ di escindere, avremmo optato per la apertura e marsupializzazione delle cisti stesse.
Ma il Signore ci ha aiutati moltissimo... come sempre!
Era un’enorme cisti ben capsulata e non aderente.
L’abbiamo quindi rapidamente esteriorizzata; abbiamo clampato il peduncolo ed i vasi, ed abbiamo richiuso la parete addominale... il tutto senza la minima complicazione.
Lilian ha perso un ovaio, ma avra’ una vita normale e potra’ avere figli grazie al controlaterale, in effetti assolutamente normale.
Ringrazio di cuore Grazia e Romina che mi hanno aiutato sia in fase diagnostica che chirurgica. E soprattutto ringrazio Dio che sempre ci tiene una mano sulla testa.
Ora Lilian e’ in prima giornata post-operatoria, ed il decorso e’ regolare.
Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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