venerdì 30 novembre 2012

PID - Pelvic Infammatory Disease

E’ una sigla inglese che sta per pelvic infammatory disease: in italiano malattia infiammatoria pelvica.
Si tratta di una complicazione spesso molto grave di infezioni sessualmente trasmesse nella donna.
La PID e’ dovuta alla risalita in utero e nelle tube di batteri patogeni che causano danni molto seri alle strutture sopra citate.
I batteri piu’ frequentemente coinvolti nella malattia infiammatoria pelvica sono il gonococco e la clamidia trachomatis.
Essi causano danni all’endometrio, ma soprattutto alle tube di Falloppio: la PID e’ quindi la piu’ importante causa di infertilita’ femminile a Chaaria. Le tube formano sinechie al loro interno, e si chiudono al passaggio dell’ovocita e degli spermatozoi; a volte si riempiono di liquido infiammatorio (idrosalpinge) o purulento (piosalpinge). Entrambe queste condizioni causano forti dolori.
Ecco quindi il secondo grave problema associato alla PID: il dolore addominale basso, a volte acutissimo e peritonitico nelle forme acute, ed a volte testardo, intrattabile e gravemente invalidante nelle forme croniche.
Il dolore puo’ continuare per moltissimi anni ed e’ sovente dovuto non piu’ ai batteri, ormai debellati, ma agli effetti che la loro presenza hanno avuto sull’organismo: aderenze tra organi genitali ed intestino, tube contorte ed adese alle pareti circostanti.
Il trattamento della PID e’ spesso assai difficile a Chaaria: molte volte le pazienti sono state trattate da personale inesperto che ha usato antibiotici inadeguati; quasi sempre non e’ statta offerta la terapia al marito asintomatico, e quindi la povera donna e’ stata reinfettata subito dopo il ciclo antibiotico. Proprio per questo, spesso i batteri della nostra zona sono diventati resistenti a tutti gli antibiotici a nostra disposizione.
Altro sintomo assai difficile da controllare e’ il dolore, che spesso non risponde a nessun analgesico e porta le donne a sottili forme di nevrosi.
Per non parlare dell’infertilita’: quando le tube sono bloccate, sono anche distrutte. Sono contorte e piene di pus. Le pareti sono collabite ed e’ difficile ricanalizzarle. L’intervento di tuboplastica ha una percentuale di successi nel facilitare la gravidanza molto vicina allo zero.
Inoltre la PID distrugge anche l’epitelio ciliato all’interno delle tube: per questo non e’ solo causa di infertilita’, ma anche di gravidanze extrauterine, in quanto la motilita’ ciliare all’interno delle tube e’ alterata.
La PID e’ quindi un vero disastro, molto difficile da trattare e controllare. Le sue complicazioni sono gravi e spesso richiedono una terapia chirurgica.
L’infertilita’ da PID, almeno qui da noi, e’ praticamente irreversibile, tranne pochissime eccezioni.
Il dolore e’ lancinante e sovente non controllabile per molti anni. A volte, quando si ricanalizzano le tube con la tuboplastica, si espone la cliente al rischio di gravidanza extrauterina.
Si tratta quindi di lavorare molto sulla prevenzione, anche se e’ mia opinione che l’altissima percentuale di PID in Africa non si debba solamente ascrivere ai rapporti sessuali precoci e promicui (mi pare infatti che oggi in Occidente non sia molto diverso!), ma forse anche a condizioni ambientali nella vagina stessa, con una flora microbica spesso alterata dalle condizioni igieniche precarie, e per questo incapace di fungere da efficace barriera contro l’ingresso dei due principali nemici: la clamidia e la gonorrea.
Non ho naturalmente dimenticato l’AIDS, ma non ne ho parlato in quanto sarebbe fuori contesto: l’infezione da HIV non causa infatti la PID, almeno direttamente.

Fr Beppe 

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....