Non che essere senza energia elettrica sia una novità per Chaaria; ma rimane il fatto che i frequentissimi black out di cui non ti aspetti l'inizio (in quanto nessuno ti informa) e di cui non puoi nemmeno immaginare la fine (perchè l'ente erogatore in genere dà risposte elusive se li contatti, e certamente non si impegna così velocemente a riparare un danno su una linea rurale come quella di Chaaria) rimangono uno degli aspetti più ansiogeni della gestione di Chaaria.sabato 22 giugno 2013
I problemi vengono sempre in serie
Non che essere senza energia elettrica sia una novità per Chaaria; ma rimane il fatto che i frequentissimi black out di cui non ti aspetti l'inizio (in quanto nessuno ti informa) e di cui non puoi nemmeno immaginare la fine (perchè l'ente erogatore in genere dà risposte elusive se li contatti, e certamente non si impegna così velocemente a riparare un danno su una linea rurale come quella di Chaaria) rimangono uno degli aspetti più ansiogeni della gestione di Chaaria.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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