lunedì 29 luglio 2013

Lettera di Giorgia

Caro Victor,

non passa giorno senza che io non pensi a ciò che ha rappresentato per me Chaaria e soprattutto a te, mio angioletto nero!
Eravate adorabili tutti quanti ma con te è stato diverso, con te è stato amore a prima vista, dal primo giorno.
Per te era la prima coccola del mattino e l’ultima della sera e sembrava che tu lo sapessi, mi aspettavi in piedi nel tuo lettino aggrappato alle sbarre e appena incrociavi il mio sguardo io mi perdevo nel tuo sorriso dolcissimo!
Quando ti ho conosciuto mi sono domandata perché la vita fosse stata così ingiusta verso di te (e gli altri cuccioli) quando appena nato non hai potuto godere di tutto quello che un bimbo dovrebbe avere e poi ho pensato che anche “il tuo piano” rientrava tra i progetti di Dio, e che se la Sua volontà era stata quella era forse perché saresti stato circondato da moltissime persone che ti avrebbero amato infinitamente come ho fatto io e che saresti stato perlomeno altrettanto felice in una famiglia decisamente “allargata”!



Ricordo con immenso affetto ogni istante trascorso insieme…. Quando ascoltavamo la Santa Messa e ti portavo con me all’Eucarestia, quando ti cambiavo il pannolino o giocavamo a nascondino, quando ti imboccavo o ti sostenevo nei tuoi primi passi, quando ti consumavo di baci o ti prendevo la manina affinchè tu facessi il segno di croce, quando ballavi con me come un vero principe, quando mi allungavi le braccine perché io ti prendessi in braccio o quando ti guardavo mentre dormivi.
Avrei desiderato con tutte le mie forze portarti via con me ma sapevo che per te non sarebbe stata la cosa giusta; la realtà di Chaaria è anche questa: Accettare con immenso Amore.
Ti ho voluto bene, ti voglio bene e te ne vorrò sempre.
A Dio piacendo ci rivedremo ma nel frattempo ti auguro di cuore buona fortuna e buona vita!!!!
Non mancherà mai per te la mia preghiera!

Giorgia Gavello


1 commento:

Anonimo ha detto...

Victor ricorderà il tuo amore e tu la sua tenerezza...mi ha molto commosso questa storia perche il distacco da chi si ama è doloroso,perchè si vorrebbe dare tutto a questi piccoli e invece c'è sempre e comunque un limite:Io spero che dove non arriviamo noi, arrivi la Grazia, l'Amore di Dio che opera sì attraverso noi, ma va anche oltre le nostre poche possibilià. Un bacio a Victor. Patrizia


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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