domenica 1 settembre 2013

Il capitolo generale dei fratelli

Credo che molti lettori siano piuttosto colpiti dal fatto che i Fratelli del Cottolengo parlino di Capitolo Generale.
I Capitoli sono infatti parti di libri; sono dunque elementi strutturali di un’opera scritta; allora, cosa vuol dire che i Fratelli celebrano il Capitolo Generale?
Nella Vita Religiosa, il Capitolo è un’assemblea che si riunisce ogni sei anni e che costituisce l’autorità più alta delle comunità religiose.  E’ un’assise che ha il Compito di promulgare leggi e prendere decisioni a cui anche i Superiori debbono sottostare. Ecco perchè è un evento tanto importante e significativo.
Il Capitolo ha vari compito da svolgere che avranno profonde ripercussioni sul futuro delle Comunità Religiosa.
Prima di tutto è l’assemblea che ha il compito di eleggere i nuovi superiori che avranno il compito di dirigere la vita spitrituale e di servizio delle Congregazione per i prossimi sei anni. Certamente questo è l’elemento più conosciuto del Capitolo Generale, quello che fa trepidare di più...ma ce ne sono molti altri.



Il Capitolo ha infatti anche il mandato di analizzare le decisioni più importanti prese dai superiori uscenti, e soprattutto deve esprimere delibere che i nuovi superiori dovranno mettere in pratica ed attuare. Il Capitolo ha inoltre l’autorità di modificare parti delle regole (con la necessaria approvazione della Santa Sede) e di inserire nuovi elementi all’interno delle Costituzioni della Congregazione Religiosa. 
Ecco quindi come il Capitolo riguardi la vita di ogni Fratello, anche di quelli che non sono stati eletti a parteciparvi. Inoltre il Capitolo è importante per la vita di tutta la Piccola Casa, perchè varie decisioni e certi nuovi inserimenti nelle Regole direttamente coinvolgono la vita delle comunità di Suore e Sacerdoti.
Il Capitolo, come assise che raccoglie Fratelli democraticamente eletti a parteciparvi da ogni parte del mondo in cui la Congregazione opera, è anche un momento particolare di confronto e di scambio, in cui è possibile sentire il polso della Congregazione, condividere angosce, speranze e timori per il futuro. Certamente è anche un momento di gratitudine e di esame di coscienza per i passati sei anni.
E’ una grande occasione di progettualità e di coraggio, in cui si pongono le basi di quelle linee programmatiche che caratterizzeranno il seguente sessessio.
Ecco quindi che cos’è in Capitolo...certamente avrò dimenticato tanti altri aspetti importantissimi, ma vi ho dato un’idea.
Alcuni volontari mi hanno detto che sembra una specie di Conclave: in qualche modo è vero, perchè in esso si elegge il Superiore Generale e perchè gli eventi, le dinamiche delle elezioni e le discussioni avvenute in esso devono essere coperte dal massimo riservo e da adeguata segretezza durante e dopo il Capitolo. In qualche modo però, il Capitolo Generale è anche diverso da un Conclave, non solo per i membri che vi partecipano (nessuno di noi è Cardinale), ma anche per il fatto per esempio che esso elegge pure i quattro membri del Consiglio  Generale ed ha tanti compiti di tipo legislativo e programmatico.
Il Capitolo Generale che celebriamo quest’anno è il nono della storia dei Fratelli. Ufficialmente sarà aperto domani mattina alle ore 9 presso la Casa Cottolengo di Giaveno-Buffa.
Il Capitolo è stato preceduto da una settimana di esercizi spirituali in cui i Fratelli Capitolari, nella solitudine e nel silenzio, hanno chiesto il dono dello Spirito Santo sulle decisioni che essi sono chiamati a prendere nelle due settimane di lavori che hanno davanti. 
Nel ritiro i Fratelli sono stati aiutati dalla predicazione del Padre vincenziano don Roberto Lovera.
Chiediamo a tutti i lettori del blog ed agli amici di pregare per questo importante evento di Chiesa che avrà profonde ripercussioni sulla Congregazione, sulla Piccola Casa ed anche sulle missioni che il Cottolengo gestisce nel Paesi extra-europei.
Ho scritto queste due parole su richiesta del Superiore Generale uscente Fr Giuseppe Meneghini, che in persona vi chede di pregare per il Capitolo.


Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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