Nel corso del pomeriggio di sabato 6, presso il Salone “Madre Nasi” (ingresso da Via S. Pietro in Vincoli 12), a partire dalle ore 18, gli attori di RadioSpazioTeatro presenteranno “Le figurine di Natale”: 100 personaggi, cinque attori in vena di improvvisare e un drammaturgo inquieto, Alberto Gozzi. Gli attori che scambieranno queste figurine teatrali col pubblico sono: Roberto Accornero, Francesco Benedetto, Francesco Gargiulo, Eleni Molos e Anna Montalenti. Nel corso della serata il programma andrà dipanandosi imprevedibilmente, a seconda delle richieste e degli umori della platea: non mancheranno Babbi Natale, poesie da recitare davanti al presepe e doni da mettere sotto l’albero proposti con l’ironia che caratterizza le produzioni di RadioSpazioTeatro.giovedì 27 novembre 2014
Cottolengo: Porte aperte
Nel corso del pomeriggio di sabato 6, presso il Salone “Madre Nasi” (ingresso da Via S. Pietro in Vincoli 12), a partire dalle ore 18, gli attori di RadioSpazioTeatro presenteranno “Le figurine di Natale”: 100 personaggi, cinque attori in vena di improvvisare e un drammaturgo inquieto, Alberto Gozzi. Gli attori che scambieranno queste figurine teatrali col pubblico sono: Roberto Accornero, Francesco Benedetto, Francesco Gargiulo, Eleni Molos e Anna Montalenti. Nel corso della serata il programma andrà dipanandosi imprevedibilmente, a seconda delle richieste e degli umori della platea: non mancheranno Babbi Natale, poesie da recitare davanti al presepe e doni da mettere sotto l’albero proposti con l’ironia che caratterizza le produzioni di RadioSpazioTeatro.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido


Nessun commento:
Posta un commento