sabato 1 novembre 2014

La Shamba

Shamba in kiswahili significa campo e con questo termine vogliamo riferirci a tutta l’attività agricola che copre una superficie di circa 7 ettari (la proprietà consta di 15 ettari, di cui 8 circa coperti da fabbricati o aree occupate).
Valore della shamba. Di primo acchito può sembrare che la shamba possa essere un hobby per qualcuno, in realtà non è così.
Nelle realizzazione missionarie, un piccolo orticello o un grande terreno hanno un ben definito scopo di promozione umana per l’annuncio del Vangelo, essendo una realtà indispensabile per la sopravvivenza della povera gente.
Storia della shamba di Chaaria. Per inserire i Fratelli Cottolenghini e tutto il complesso realizzato a Chaaria, 12 famiglie si sono spostate; così come 5 famiglie hanno lasciato il loro spazio per la costruzione della struttura attualmente occupata dal posto di polizia.
I Fratelli Cottolenghini si sono insediati a Chaaria il 1° agosto 1984, su un terreno offerto dalla diocesi di Meru, poi rimunerato completamente dalla Piccola Casa di Torino.
Configurazione del terreno. I nostri fabbricati e connessi coprono una superficie di oltre 8 ettari; il rimanente è a conduzione agricola diretta dai Fratelli fin dal 1984.


E’ da tenere presente che la distribuzione dei fabbricati è su un terreno in collina, con una pendenza di 18 metri circa dall’angolo più basso a quello più alto. Questo comporta lievi disagi nell’attività e una maggiore attenzione nella gestione, più oculatezza nella manutenzione, per i necessari drenaggi dell’acqua, i rinforzi del terreno.
Contesto agricolo di Chaaria. Chaaria è situata a 18 chilometri da Meru, in una zona rurale sotto l’equatore, ed è un villaggio con prevalente attività agricola, con una elevata popolazione.
Le coltivazioni. Ci dedichiamo per lo più alle tradizionali coltivazioni della zona: il mais, i fagioli, le arachidi. Nella shamba coltiviamo anche altri legumi più resistenti alla aridità, come Nchugu, Ncabe, Nturuku, ma poco produttivi.
La frutta. La frutta è tutta di stampo esotico: papaia, mango, avocado, frutto della passione, passiflora ecc; la banana cresce bene.
Gli agrumi: arance, mandarini, pompelmi, limoni, che noi fin dal 1984 abbiamo piantato, fino ad avere oltre 150 piante produttive; dopo il 1994 la siccità e altre malattie hanno fatto morire le piante, per cui oggi rimangono solo più una ventina di piante produttive.
Abbiamo ripiantato piante provenienti da vivai a più riprese ma con esito poco soddisfacente: ne sono stata causa le infestazioni parassitarie resistenti agli insetticidi e ai funghicidi, e la mancata stagione fredda. Sul bordo delle terrazze coltiviamo un tipo di erba (una canna) che cresce alta un metro e mezzo, ed è un buon foraggio per il bestiame. 
Tra agosto e settembre abbiamo ripiantato oltre 100 polloni di banane che, grazie alle piogge e al sistema di irrigazione promettono bene.
Il sistema di irrigazione. E’ uno dei problemi del rendimento della shamba. Il pericolo del ritorno della siccità, ci ha spinti a collegarci a due sistemi di irrigazione con acqua proveniente da due differenti torrenti nei dintorni della missione.
Gli animali. Il settore zootecnico è stato completamente rivitalizzato da fr Giancarlo. Abbiamo mucche che producono latte e ci offrono la carne per l’alimentazione nostra e dei ricoverati.
Abbiamo rivitalizzato il pollaio dove abbiamo più di 100 galline ed altrettante anatre che producono uova, e ci olffrono carne bianca; avevamo per un periodo sospeso l’allevamento dei conigli, ma da poco abbiamo ripreso.
Abbiamo pure un certo numero di maiali, molto utili in quanto si alimentano degli avanzi dei pazienti.
Gli alberi. Siamo sempre molto coscienti nel ripiantare gli alberi che tagliamo per ricavarne legname da ardere per la cucina o per le nostre costruzioni. Gli alberi sono molto importanti non solo per il legno che ci producono, ma anche perchè aiutano la missione a proteggersi un po’ dalla polvere che proviene dalla strada
L’attività della shamba è coordinata da Fr Giancarlo in collaborazione con un gruppo di dipendenti locali. Essa funge pure da attività occupazionale per un piccolo numero di nostri Buoni Figli: Simon a Njiru si occupano del pollaio; Geremia e Gatembo gestiscono in modo autonomo una sezione della shamba e poi ne vendono i prodotti per conto loro.

Fr Beppe Gaido




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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