martedì 11 novembre 2014

Prima visita guidata all’interno della nuova maternità

Entrando dalla porta d’ingresso ci si trova in un corridoio che servirà sia come disimpegno che anche come stazione infermieristica per l’accoglienza della cliente e per la raccolta dei dati anagrafici.
Quando la mamma sarà accolta, essa verrà poi visitata nella stanza  di cui vedete la porta alla fine del corridoio. In tale ambulatorio metteremo anche l’ecografo.
Se la donna sarà giudicata da ricoverare, essa accederà quindi alle docce, dove potrà lavarsi e cambiarsi, indossando la divisa dell’ospedale.

Da qui passerà poi nella sala “ante-natale”, dove continuerà a travagliare nel proprio letto.
Quando il parto si farà vicino, la porteremo in sala parto, che, come vedete, è molto grande ed ospiterà tre lettini da travaglio, per cui tre mamme potranno partorire nello stesso momento.
Dopo che il bimbo è venuto alla luce la mamma sarà poi accompagnata nella stanza “post-natale”.
Se il bimbo fosse troppo piccolo, pretermine o con problemi di salute, adiacente alla stanza “post-natale” abbiamo anche un piccolo nido in cui collocheremo le nuove incubatrici.



Quelle di oggi sono le prime foto degli interni quasi finiti.
Mi scuso perchè non sono di buona qualità, e quella del futuro nido è addirittura mossa.
Credo però che esse servano a dare un’idea sia dello stato attuale dei lavori, che anche della struttura stessa e del modo in cui pensiamo di farla funzionare.
Tra pochissimo metteremo le incubartici nel nido. Abbiamo già ordinato sia i letti di degenza che le barelle da parto. Alcuni strumenti non li compreremo, in quanto sposteremo il materiale esistente dalla vecchia sala parto.
Il traguardo è ormai in vista e tutti quelli che finora hanno visitato la nuova maternità, ci dicono che è piccolina ma bella e funzionale.
Ringrazio di cuore i benefattori che hanno permesso a questo sogno di materializzarsi, e fratel Giancarlo che continua a seguire i lavori in prima persona.
Sempre ringrazio il Signore per la continua protezione e per l’aiuto che ci dà ogni giorno.
Quando sarà finità la maternità?
Onestamente non lo sappiamo con precisione, ma ormai non manca molto.

Fr. Beppe Gaido





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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