martedì 30 dicembre 2014

Ringrazio il Signore per l'anno che si chiude

I sentimenti che mi riempiono il cuore guardando indietro al 2014 sono certamente caratterizzati dalla riconoscenza per quanto il Signore ha donato a me personalmente ed a Chaaria in generale.
Con umiltà e gioia sento di poter dire che è stato un anno positivo, anche se certamente molto impegnativo ed a volte difficile.
Con il post di oggi desidero indicare alcuni elementi positivi dell’anno che chiudiamo, lasciando al passato quanto di negativo c’è stato.
Prima di tutto, siamo certamente cresciuti nel servizio da noi offerto ai nostri pazienti: questo si applica forse prima di tutto alla chirurgia, dove i nostri interventi sono diventati sempre più impegnativi, oltre che aumentare di numero. 
Onestamente la chirurgia è il settore in cui ritengo che il “buon nome” di Chaaria sia migliorato moltissimo nel 2014: operiamo quasi tutto, operiamo subito (generalmente il giorno seguente il ricovero) ed i nostri prezzi sono alla portata della povera gente. Non da ultimo dobbiamo ricordare il fatto che normalmente gli interventi vanno bene ed i pazienti vanno a casa contenti.
Riguardo a questo aspetto, mentre rendo grazie a Dio che ci ha sostenuti e guidati, ringrazio di cuore anche tutti i chirurghi italiani che mi hanno insegnato e mi hanno reso sempre più indipendente e sicuro in procedure via via più complesse. Il 2014 ha anche visto l’inizio della collaborazione con il Dr Nyaga, che ha portato nuovo impeto alla nostra azione chirurgica verso i più bisognosi.



Siamo comunque cresciuti anche nella gestione dei pazienti con patologie internistiche e pediatriche: da questo punto di vista devo sinceramente ringraziare la dottoressa Khadija ed i nostri clinical officers che hanno velocizzato e migliorato il flusso dei pazienti in “outpatient”, ed hanno assicurato una visita medica quotidiana ai malati ricoverati. Il grazie si estende anche agli internisti volontari sia dall’Italia che dalla Polonia.
Tutti hanno notato che il 2014 ha segnato anche un netto miglioramento nella gestione nursing dei nostri malati: il lavoro è più ordinato; la cartella infermieristica viene compilata regolarmente; i pazienti sono assistiti ed i reparti sono più puliti. Di questo ringrazio sia i nostri infermieri keniani che gli infermieri volontari italiani.
In laboratorio sono arrivati nuovi esami, come per esempio quelli di funzionalità tiroidea ed il PSA. Si sono inoltre affinati i canali di comunicazione con strutture di Nairobi che per noi eseguono esami citologici ed istologici.
La nostra clinica per HIV e TBC ha fatto passi da gigante: abbiamo più clienti, li seguiamo meglio ed a loro riusciamo ad offrire counseling, farmaci ed esami gratuiti, follow up terapeutico ed anche aiuti alimentari. Di grande rilievo per il 2014 è l’organizzazione regolare di cliniche mobili per pazienti HIV e TBC. In questo settore, oltre al nostro staff, sento il dovere di ringraziare la Comunità di Sant’Egidio, per il grande impegno profuso nel sostenere Chaaria.
La maternità è in genere andata bene nel 2014, a parte i due mesi di ottobre e novembre in cui si è registrato un calo notevole di ricoveri, in parte spiegabile con il fatto che in quesi mesi la gente si dedica all’attività di semina ed assolutamente non ha soldi. Pensiamo quindi che in quei due mesi le donne abbiano scelto in gran numero i servizi gratuiti delle strutture governative od il parto a casa...ma con l’inizio di dicembre abbiamo assistito ad un incremento esponenziale sia dei ricoveri che dei parti, cosa che ascriviamo sia al fatto che il raccolto dei fagioli quest’anno è buono e quindi la gente ha un po’ di soldi, e sia al fatto che i nostri prezzi rimangono assolutamente bassi ed accessibili.
Il 2014 è stato anche l’anno della costruzione della nuova maternità, un grande traguardo per il nostro ospedale che tra pochissimo potrà offrire alle donne servizi molto migliori di quelli che in passato potevamo fornire. A questo riguardo ringrazio tutti i benefattori e le associazioni che hanno raccolto fondi per la realizzazione di tale importante progetto, che avrà a disposizione anche una nuova ambulanza per il trasporto delle donne dai villaggi fino a noi.
Anche se non ho ancora i numeri sotto mano, l’impressione generale è che i pazienti che a noi affluiscono, ancora seguano un trend verso l’aumento. Confermerò questa impressione con i dati che spero di aver pronti per fine gennaio.
Un elemento assolutamente positivo è comunque il fatto che nel 2014 è nato un rapporto di stima e di collaborazione con le strutture sanitarie della “Meru County”, che spesso ci mandano casi veramente poveri ed incapaci di pagare le spese di altre strutture sanitarie.
Certamente abbiamo avuto anche tanti problemi, tanti momenti di stanchezza e di scoraggiamento. Ci sono stati attimi in cui ci è parso di non farcela, ma oggi desidero soprattutto dire grazie al Signore per i grandi doni che egli ha fatto a Chaaria, attraverso tante persone buone e generose.


Fr Beppe Gaido


1 commento:

Anonimo ha detto...

Dear Beppe,
I just wanted to wish you and all the Cottolengo staff a very happy and successful New Year. I might be far away but I keep tracking all the Chaaria news on facebook and the blog, I just saw the video with Luciano giving his testimony. I was not able to understand all the Italian (still ;)) but it really moved me to see him in the Cottolengo dining room, it's good to know that good things do not change at all.
Once again all the best from freezing winter Warsaw, fortunately Africa in my heart always keeps me warm.
Best regards,
Margaret (from Poland)


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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