venerdì 18 marzo 2016

Un dono importantissimo

Ringraziamo di cuore Angelica, i suoi familiari ed i suoi amici di Ravenna per averci donato un nuovo nebulizzatore per la macchina dell'anestesia generale in sala operatoria.
Il nebulizzatore precedentemente in uso era veramente vecchio e non poteva più essere riparato, ma ecco che con tale generosa raccolta fondi per Chaaria, ora siano nuovamente in grado di eseguire anestesie generali in sicurezza e con tranquillità per l'anestesista.
Angelica ci aveva chiesto di che cosa avevamo bisogno in particolare; noi abbiamo identificato lo strumento di cui necessitavamo con urgenza, e loro sono riusciti a raccogliere il significativo gruzzolo di denaro.
Il nebulizzatore miscela i gas anestetici ed un potente farmaco anestesiologico chiamato alotano, che permette anestesie generali profonde anche con curarizzazione e con rilassamento muscolare. E' quindi uno strumento necessario per la grande chirurgia, che a Chaaria ormai è frequentissima: anche oggi per esempio tre degli interventi eseguiti erano in anestesia generale.


Possiamo quindi affermare che sia stato un dono veramente appropriata per il bene dell'ospedale.
Sia a nome mio che di Fr Giancarlo, esprimo quindi un sincero ringraziamento ad Angelica ed a tutti coloro che hanno partecipato all'evento organizzato per Chaaria ed hanno generosamente contribuito economicamente.

Fr. Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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