domenica 26 giugno 2016

Quasi come in un film dell'orrore

C'è stata una lite tra vicini di casa.
Le cose sono andate sempre peggio e si è arrivati rapidamente alla violenza.
Il marito è stato massacrato a colpi di machete ed è stato trasportato in ospedale con tutti e quattro gli arti malamente amputati.
Abbiamo tentato di fare qualcosa, ma la perdita di sangue prima dell'arrivo in ospedale e lo stato di shock hanno fatto sì che non ci fosse più nulla da fare per lui. E' morto quasi subito.
La moglie ha tentato di fuggire quando lo sposo veniva ferito in quel modo orrendo. E' stata però raggiunta e cosparsa di cherosene, e poi le hanno dato fuoco.
La gente accorsa ha spendo le fiamme con delle coperte, ma le ustioni sono gravissime. In ospedale tentiamo di stabilizzarla e di salvarle la vita, ma le speranze non sono molte.
Per pudore non ho chiesto nulla del vicino che li ha assaliti...il compito del medico è quello di cercare di salvare la vita di chi giunge in ospedale.


Anche oggi abbiamo toccato con mano il mistero della violenza umana!
Chissà che cosa poteva esserci di tanto grave ed irrecuperabile tra vicini di casa.
Se l'assalitore andrà in prigione ed anche la donna non ce la farà a sopravvivere, il problema che ha causato la lite rimarrà comunque insoluto.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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