mercoledì 16 novembre 2016

La stagione delle piogge

Lo capisco che le piogge sono importanti per la campagna.
Mi rendo conto benissimo che senza di esse ci sarebbe la siccità, e che quindi esse sono una vera benedizione.
Ma quando devi andare a Meru alla sera del mercoledì per una conferenza obbligatoria, a cui devi per forza partecipare se vuoi avere i punti ECM necessari per l'iscrizione all'ordine dei Medici l'anno prossimo, allora le cose cambiano...
Stramaledici le strade sterrate, le piogge che regolarmente le distruggono e le trasformano in torrenti fangosi, e soprattutto quei camion che solitamente si impiantano nel fango davanti a te, si girano per traverso sulla strada, e non ti fanno più passare.
Se poi questo autotreno si impantana davanti alla tua automobile quando già ti hanno chiamato dall'ospedale perchè c'è da fare una procedura chirurgica urgente, allora davvero ti senti morire.
Anche oggi comunque sono alla fine riuscito ad arrivare a Meru ed a partecipare almeno alla parte centrale dell'incontro di formazione.


Non sono riuscito nè a fermarmi fino alla fine della conferenza, nè a partecipare alla cena offerta dalla compagnia farmaceutica perchè temevo le strade di Chaaria, ma fortunatamente sono arrivato a casa sano e salvo, e soprattutto in orario per la procedura chirurgica urgente che ancora dovevo fare.
Le strade di Chaaria per ora rimangono un incubo durante la stagione delle piogge!

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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