giovedì 22 dicembre 2016

Buon Natale a tutti!

Carissimi amici e lettori,
si avvicina il giorno di Natale ed insieme a Fr Giancarlo ed a tutti i Fratelli e le Suore di Chaaria, desidero porgere ad ognuno i più sentiti auguri di serenità, di pace e di tanta gioia.
Preghiamo che Gesù Bambino, che nasce anche oggi nei nostri cuori, possa portare ad ognuno i doni a lui più intimamente graditi.
Vi pensiamo nelle vostre famiglie, con le persone più care...Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi!
Anche noi comunque siamo qui con la nostra famiglia, una famiglia allargata, fatta di tanta gente bisognosa che attende le nostre attenzioni e le nostre cure.
Anche noi quindi passeremo il Natale in famiglia, tra i malati dell'ospedale e tra i Buoni Figli del Centro.
Se non ci saranno emergenze e se non crollerò di stanchezza, penso proprio di andare alla Messa di Mezzanotte, e lì pregherò anche per tutti gli amici, per tutte le persone che ci vogliono bene, oltre che per le nostre famiglie che vivono in Italia e che non avranno il piacere di averci con loro a Natale.
Una notizia strabiliante per noi: Sr Anna, appena tornata dall'Italia, ci ha portato un panettone!!!


Wow! Qui proprio non si trova ed avere il panettone a Natale è una grandissima eccezione per Chaaria.
Ancora auguri sinceri a tutti con la promessa di una preghierina a Gesù Bambino.

Fr Beppe e Fr Giancarlo


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ricambiamo gli auguri da una famiglia riunita a Lecco x festeggiare una laurea! E vi pensiamo con affetto e grande condivisione (anche se solo spirituale),ringraziandovi per il prezioso lavoro che fate.
un abbraccio fraterno, Lidia, Marco,Jacopo e Dario di Desenzano del Garda


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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