domenica 16 aprile 2017

Happy Easter

A Chaaria abbiamo visto pochissima pioggia e per quest'anno le previsioni parlano di grave siccità. Ci sono aree del Paese dove manca l'acqua e dove il cibo comincia a scarseggiare (si parla di 4 milioni di kenyani già ridotti alla fame), ma dobbiamo ringraziare Dio che a Chaaria non è così. Per adesso c’è acqua nei torrenti perchè siamo vicini al Monte Kenya. La gente comunque teme molto e nuovamente per i raccolti.
Il sole picchia rovente, anche se qualche volta ci sono nuvole cupe che lo coprono. La strada è percorribile, e nuovamente polverosa come al di fuori della stagione delle piogge.
A noi bianchi preoccupa che la corrente elettrica manca sempre più spesso, ma per la gente comune questo non è un grosso problema, perchè loro l'elettricità non ce l'hanno mai avuta.
Per strada vedo anche tante donne che tornano dal fiume con taniche d'acqua sulla testa o sulla schiena.
Guardo la strada rossa, vedo i bambini scalzi anche la domenica di Pasqua, e dico a me stesso: Gesù è risorto. Dobbiamo gioire. Dobbiamo ringraziare il cielo che abbiamo cibo, abbiamo acqua per lavarci e per bere, abbiamo la salute.
Rientro in ospedale dove anche questa notte ho dovuto correre a causa di pazienti gravi, alcuni dei quali ora la Pasqua la celebrano già in Paradiso.



Ciao.
Celebriamo insieme che Gesù è risorto.
Grazie a tutti quelli che non si dimenticano di noi.
Grazie per gli innumerevoli messaggi augurali colmi di amicizia.

Fr. Beppe Gaido

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....