domenica 10 dicembre 2017

La Comunità di Sant'Egidio ed il loro sogno per Chaaria (dream Project)

Ringraziamo di cuore Gianni e Dieter della Comunità di Sant’Egidio, che hanno speso alcuni giorni molto intensi qui a Chaaria.
Essi hanno rinnovato il loro desiderio di incrementare sempre di più la collaborazione con noi  nel campo della prevenzione, diagnosi e cura dell’HIV.
DREAM copre per noi anche tutto l’ambito della diagnosi e terapia della tubercolosi.
Insieme abbiamo rinnovato il desiderio di un rinnovato spirito di famiglia che ci guidi sempre a lavorare insieme per il bene dei malati.
Con Sant’Egidio vorremmo iniziare e potenziare la nostra collaborazione nell’ambito della prevenzione del tumore della cervice uterina (tramite il PAP test), e vorremmo iniziare una nuova collaborazione nell’ambito dell’ipertensione.
Noi naturalmente continuiamo a sognare con Sant’Egidio, a seguire le loro linee guida, ad eseguire le novità che ci chiedono di implementare per il bene dei nostri pazienti sia nell’ambito dell’HIV che in quello della TBC.
Li ringraziamo per la fiducia e per il bene che vogliono a Chaaria... e che ci dimostrano in modo tanto palese.
Gianni dice che l’ospedale di Chaaria è così pieno di speranza da apparirgli verdissimo, proprio come la rigogliosa vegetazione che circonda la nostra missione dopo la stagione delle piogge.


Siamo onorati da queste sue parole! Esse sono per noi balsamo ed incoraggiamento, e ci motivano a continuare a credere che la testimonianza quotidiana di una vita completamente spesa nel servizio e nella donazione, ha ancora molto da dire al cuore dell’uomo contemporaneo.
A questo riguardo, mi viene in mente il brano del Vangelo, in cui Gesù dice: “non si può mettere una lucerna sotto il moggio od una lampada sotto il letto, ma sul lucerniere, perchè facciano luce a tutta la casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le vostre opere buone e diano gloria a Dio che è nei cieli”.
Un grazie sentito alla Comunità di Sant’Egidio.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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