sabato 7 aprile 2018

Giornata campale in ortopedia

Oggi non c'e' stato quasi tempo per respirare.

E' stato un sabato tremendo soprattutto a causa di alcuni casi ortopedici veramente difficili.
Per la maggior parte si trattava di tremendi incidenti della strada che hanno causato politraumi con fratture esposte e con estesa perdita di sostanza (muscolo e cute).
In un caso si trattava invece di una fucilata che aveva trapassato e fratturato il femore.
In tutti i pazienti di oggi eravamo di fronte a fratture inveterate, precedentemente trattate con fissatori esterni, in posizione da parecchio tempo.
Si e' trattato di togliere i fissatori, di fare delle fissazioni interne con chiodi endomidollari e placche, di eseguire innesti ossei per le parti mancanti, nonche' lembi muscolari.
Abbiamo operato solo 4 fratture ma ci abbiamo messo piu' di 9 ore.
La mia speranza e' comunque che questi pazienti potranno presto tornare a camminare e saranno in grado di riprendere la loro vita normale che la frattura ha praticamente bloccato da vari mesi.


Se devo dire come sto, ammetto di essere cosi' stanco da non riuscire a camminare, ma sono anche molto contento per le persone che oggi abbiamo aiutato e che presto andranno a casa con le proprie gambe.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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