domenica 29 aprile 2018

La Festa di San Giuseppe Cottolengo

Anche se la ricorrenza liturgica sarebbe domani, la festa esterna l'abbiamo celebrata oggi insieme a tutta la parrocchia di Chaaria.
Abbiamo avuto una solenne celebrazione eucaristica nel centro dei Buoni Figli a cui hanno partecipato migliaia di cristiani di Chaaria e dei villaggi circostanti.
Alla Messa hanno partecipato sia i malati dell'ospedale che i Buoni Figli. ovviamente volontari, Fratelli e Suore erano presenti alla Messa...ed anche Tofi c'era.
Hanno concelebrato il nostro parroco, il viceparroco e don Tortalla che poi ha anche predicato.
Il coro, con i suoi canti e con le danze, ha reso la celebrazione molto suggestiva.
Durante e dopo la Messa c'e' stata la possibilita' di donare il sangue e moltissimi hanno risposto all'appello: abbiamo raccolto circa 90 sacche di sangue e di questo ringraziamo Dio.
Per un po' non saremo in crisi con le trasfusioni!!!
A tutti abbiamo offerto una bibita ed un pacchettino di biscotti.
La preparazione della giornata e' durata a lungo, praticamente per una settimana, e tutto e' stato sulle spalle di Fr Giancarlo che io non ho potuto aiutare a motivo dei miei impegni in sala operatoria.


Lo ringrazio di cuore perche', come sempre, si e' rivelato un organizzatore davvero eccezionale.
Giancarlo stasera era stanchissimo, ma puo' essere davvero soddisfatto del grande lavoro fatto, perche' la giornata e' stata un grande successo e tutti erano contentissimi.
A San Giuseppe Cottolengo, nella mia preghiera personale di oggi, ho chiesto il dono di mantenermi fedele all'impegno incondizionato di servizio ai poveri.

Fr Beppe





Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....