martedì 31 luglio 2018

Il veterano

Il Dr Postini e' il piu' anziano di tutti i volontari, non per eta' anagrafica, ma per anni in cui e' stato fedele al servizio nella nostra Missione.
Ha iniziato il suo volontariato nel 1994, con Fratel Lodovico, quando ancora a Chaaria non c'era l'ospedale ma solo il dispensario.
Lo ringraziamo per la sua presenza anche oggi, 24 anni dopo la prima esperienza.
Il Dr Postini e' da sempre un entusiasta sostenitore del nostro servizio odontoiatrico a Chaaria. Ci crede e lo vuol far crescere.
Ha collaborato molto nella genesi e nello sviluppo di tale servizio, nonche' nella realizzazione del moderno gabinetto dentistico del nostro ospedale.
Anche quest'anno ci ha donato un nuovo miniriunito per la realizzazione delle cure canalari, a sostituzione del nostro, da tempo zoppicante e con vari problemi di funzionamento. Benvenuto quindi ad Enrico Postini per l'ennesima volta. Grazie di cuore per la sua amicizia e perseveranza.
Un sincero ringraziamento anche per questo nuovo dono che migliorera' ulteriormente le condizioni lavorative di Mary e di Eunice, il nostro staff permanente.


Il Dr Enrico Postini ed il Dr Ninni Ortu sono gli unici sopravvissuti di una razza in via di estinzione: i volontari dentisti.
Anni fa ne avevamo molti.
Avevamo anche avuto studenti di odontoiatria all'ultimo anno che a Chaaria avevano imparato molto.
Ora il settore odontoiatrico languisce nel nostro volontariato.
Perche'?
Non lo so davvero!
Da parte nostra rimane comunque la disponibilita' ad accogliere volontari dentisti che vogliano condividere un pezzo di strada con noi.

fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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