venerdì 31 agosto 2018

Il trapano ortopedico

Carissimi amici e benefattori, non sono ancora in grado di mostrarvi le foto del nuovo trapano, ma lo abbiamo finalmente ordinato in Svizzera.
E' di ottima marca (Zymmer), e certamente durera' a lungo.
Abbiamo ordinato sia il trapano che la centralina, anch'essa datata e con problemi irreparabili.
L'ordine e' stato fatto dal Dr Luciano Cara che  si occupera' poi anche di mandarcelo a Chaaria.
Il Dr Cara ha fatto riparare anche il vecchio trapano ed ha acquistato un nuovo cavo. Avremo quindi due trapani, uno completamente nuovo ed uno perfettamente riparato, che potranno essere usati in modo alternato in modo da ridurre le volte in cui devono sottostare alla sterilizzazione in autroclave.



Al momento per il trapano ortopedico siamo ridotti un po' male, ma con i consigli di Sign Fracture International, abbiamo trovato un sistema ingegnoso per l'emergenza, in attesa che il vostro dono ci venga consegnato.
Abbiamo acquistato, a prezzi decisamente molto piu' bassi, un normale trapano a batteria da falegname.
Ovviamente e' fatto di materiale che non puo' resistere alla sterilizzazione.
Sign ci ha inviato dei sacchetti appositi in materiale tessile autoclavabile, in cui il trapano viene fatto cadere, e poi puo' essere usato senza toccarlo.
Al momento quindi sterilizziamo questi sacchetti di cotone, un assistente di sala non lavato fa cadere il trapano nel sacchetto che e' tenuto aperto da un operatore sterile. Questi poi richiude il sacchetto, assicurando una superficie esterna sterile. La punta del trapano viene inserita sterilmente attraverso un'apposita apertura del sacchetto.
Ecco quindi che, seppure con un po' di manovre poco ortodosse, alla fine abbiamo in mano un trapano sterile anche ora.
Ovviamente questa e' una misura di emergenza transitoria che continuera' solo fino a quando il nuovo trapano ci arrivera'.
Grazie di cuore alla generosita' di tutti i benefattori. Sara' mia premura inviarvi le foto appena il trapano gia' acquistato giungera' qui a Chaaria.
Le due foto si riferiscono al vecchio trapano, ormai defunto.

Fr. Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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