Il giovane NN ieri sera, ubriaco fradicio, é caduto in una buca profonda accusando dolore a un piede e alla schiena.
Stamane si é recato in un “centro medico” dove gli hanno prescritto delle radiografie che é andato a fare a Meru, una città qua vicina.
Con le lastre in mano ha poi deciso di venire da noi. Non sappiamo con quali mezzi di trasporto abbia fatto questi giri, comunque da noi é entrato camminando.
Il clinical officer di guardia, vedendo il referto che parlava di infrazione del calcagno sinistro e di frattura delle due prime vertebre lombari, l’ha ricoverato nelle prime ore del pomeriggio.
Gli é stato raccomandato di stare fermo a letto e di non mangiare, ma lui, non ancora ripresosi completamente dalla sbronza, ha continuato a fare quel che voleva apparentemente senza disturbi particolari.
Ormai da tempo abbiamo rinunciato a considerare il Sabato un giorno festivo e col calar del buio ci accingevamo a terminare il programma operatorio su due sale (due fratture di femore, una frattura di tibia, tre cesarei, qualche raschiamento, un tumore della lingua e vari spiccioli) quando siamo stati avvertiti che il suddetto paziente improvvisamente aveva urinato sangue e accusato un fortissimo dolore addominale diffuso.
Quando l’abbiamo visitato abbiamo trovato un paziente estremamente sofferente, agitatissimo, con un addome francamente peritonitico.
Abbiamo subito sospettato la presenza di sangue nella pancia e deciso per un intervento immediato rimandando gli ultimi tre piccoli interventi in programma.
All’apertura dell’addome abbiamo riscontrato una grande quantità di “sangue” libero, un ematoma retroperitoneale da fratture vertebrali, una contusione del rene sinistro,nulla alla milza (che a volte si rompe per traumi di questo tipo).
Siamo andati allora a vedere la vescica e abbiamo trovato una grossolana lacerazione della cupola.
Pensiamo che il paziente, che al momento del trauma aveva sicuramente bevuto parecchio e non solo acqua, sia caduto con la vescica piena la quale ha riportato una lesione da scoppio incompleta e che, in occasione dell’ennesima spinta per urinare si sia lacerato quell’ultimo velo che fino ad allora aveva retto, determinando l’inondazione del cavo peritoneale di sangue e urina.
Mentre scriviamo il paziente é tranquillo, non più sofferente e le urine sono appena rosate.
Che soddisfazione!!!!
Pietro Rolandi
PS: a lezione per corso su lembi a San Francisco
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