mercoledì 21 novembre 2018

Giornata campale in maternità

Oggi ci sembrava di essere tornati ai giorni dello sciopero. Tantissimi parti spontanei.
Tanti nuovi ricoveri in maternita', e ben sette cesarei, quattro dei quali erano trasporti da altri dispensari che non hanno la sala operatoria.
Siamo contenti ed orgogliosi di essere l'ospedale di riferimento per un grosso gruppo di strutture rurali che si rivolgono a noi per la maternita' complicata.
A volte vengono con le loro ambulanze ed altre volte siamo noi ad andare a prendere queste donne con problemi di parto.
Tra i casi di oggi, tutti per fortuna andati bene, ne voglio raccontare uno perche' ha quasi del miracoloso.
Verso le 16 e' arrivata un'ambulanza a sirene spiegate: trasportava una donna con sanguinamento massivo ante-partum.
Gli infermieri che accompagnavano la donna dicevano che non riuscivano a sentire il battito cardiaco fetale e che temevano una morte endouterina.
In sala parto ho fatto un'ecografia d'urgenza e mi sono reso conto che si trattava di una placenta previa. Il battito cardiaco del feto c'era, ma era flebile e molto bradicardico...sui 55 al minuto.


Bisognava fare in fretta!!!
Il problema era che in sala piccola avevo appena spinalizzato una ragazza per un altro cesareo urgente, mentre in sala grande Mbabu aveva gia' fatto l'anestesia generale ad una donna con tumore alla mammella e candidata per mastectomia.
Ho detto a Lucia di fare in fretta per il cesareo gia' iniziato e di provare a salvare il bimbo dell'altra donna appena arrivata.
Io nel frattempo mi sono dedicato alla mastectomia. Quando sono uscito di sala madido di sudore, Lucia mi ha detto di aver fatto il primo cesareo alla velocita' della luce, e di essersi poi precipitata per il secondo. All'estrazione il feto sembrava davvero morto, ma poi pian piano la rianimazione neonatale ha avuto il suo effetto ed il piccolo maschietto ha iniziato a piangere vigorosamente..
Anche per la mamma e' andato tutto bene.
Cesareo senza complicazioni e paziente stabile, anche assenza bisogno di trasfusione.
Per inciso anche la mia mastectomia e' andata bene.
Credo proprio che quel bimbo del distress fetale e della placenta previa sia vivo per un vero e proprio miracolo...uno dei tanti che a Chaaria vediamo dal mattino alla sera.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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