giovedì 8 novembre 2018

Le nostre porte sono sempre aperte

Sei giorni fa la sua mamma aveva le doglie e si e' recata fiduciosa in un ospedale rurale non lontanissimo da noi. Stava bene e sperava di poter abbracciare la creatura portata in grembo con amore per nove mesi.
Dopo il parto pero' le cose sono andate di male in peggio e la povera mamma non e' sopravvissuta alla nascita della sua figlioletta a causa di una violenta emorragia.
Era il 3 novembre quando la piccola Neema e' venuta al mondo, portando pero' in cielo la sua mamma.
La bimba e' stata tenuta alcuni giorni in quell'ospedale che pero' faceva pressione per la dimissione, non avendo un reparto nido.
Il padre e' povero e disperato ed oggi ci ha chiesto di tenere la sua figlioletta almeno fino allo svezzamento.
Provengono da un villaggio a circa 80 chilometri da noi.
Ovviamente la nostra risposta e' stata un si' senza condizioni.
Ora Neema e' qui con noi e la accogliamo nella nostra famiglia.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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