mercoledì 15 maggio 2019

Il dramma comincia quando già hai aperto la pancia

Anche ieri abbiamo avuto un addome acuto tremendo, ed ancora una volta ho perso cinque anni della mia vita nella tensione. Sempre ci sono le domande che ti poni: apro o mi astengo: è un addome chirurgico o medico? La mando in un altro ospedale? Ma cosa faccio se da questo ospedale lei già ci viene, e là non hanno riconosciuto la diagnosi e l’hanno dimessa?
E poi, un addome acuto può essere di tutto: da banali aderenze che puoi lisare senza problemi ad un volvolo che semplicemente devi derotolare, ad una invaginazione che con pazienza riesci a risolvere.
Ma, dopo aver aperto l’addome, è possibile trovarsi di fronte a delle anse necrotiche ed alla necessità di fare delle resezioni intestinali
in emergenza. Oppure può essere una perforazione di ulcera peptica, o una perforazione ileale da tifo, e devi quindi essere pronto a delle rafie non semplici.
Il caso di ieri per esempio alla fine era una brutta perforazione nei pressi della valvola ileo-cecale: di suturare semplicemente non se ne poteva neppure parlare, perche la sutura non avrebbe tenuto. Abbiamo quindi dovuto fare un’amputazione del cieco, una resezione ileale di 20 cm, con susseguente anastomosi ileo colica latero-laterale sull’ascendente.
Ora speriamo vivamente che il post-operatorio non ci porti delle sorprese.
L’emergenza intestinale per me costituisce tuttora il vero incubo e la spada di Damocle che sempre mi grava sulla testa. E stranamente sembra che tali complicazioni siano in aumento: forse si tratta di
cambiamenti alimentari, o magari ciò è legato al fatto che la gente davvero si fida di noi e viene a cercare aiuto proprio qui.
L’appendicite, per esempio, era una patologia praticamente a me sconosciuta nella Chaaria di dieci anni fa: ora l’appendicectomia (per
lo più retrocecale e complicata) e un’urgenza più frequante della gravidanza ectopica. La perforazione intestinale da tifo segue a ruota
l’incidenza della patologia appendicolare... per non parlare delle ulcere duodenali perforate, che pensavo ormai “estinte” dopo l’avvento
degli inibitori di pompa, ed invece sono in aumento. E che dire della patologia tumorale del tubo digerente che è al momento in incremento esponenziale e ci richiede a volte operazioni palliative (come gastrostomie, digiunostomie, gastroenteroanastomosi), ed a volte chirurgia radicale molto impegnativa.


Fr. Beppe Gaido

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....