venerdì 29 febbraio 2008

Piccola testimonianza

Cari lettori di questo diario,

pubblico queste poche righe, come mi ha chiesto di fare Fr Beppe. Sono uno stralcio di una delle email che ci scambiamo e per permettere di sentirne la veridicità, ho pensato di pubblicarlo con un "copia-incolla".


Carissima Nadia anche io ti voglio bene e ti ringrazio per la tua amicizia e per tutto quello che fai per noi, non so come ringraziarti. Anche io ti sento molto vicina e ti sono molto debitore. Onestamente non so cosa sia un guestbook, ma sono sicuro che è una cosa bella. Poi più avanti vedremo di selezionare e inserire anche testimonianze belle di altri volontari ed anche tue, in modo che non sia un monologo da parte mia.
Tra l'altro Nadia, inseriscila nel blog di oggi.
E' bella, è toccante e può essere di incoraggiamento per molti perchè, come dice San Francesco, non è il tanto o il poco che si fa... è l'amore che ci metti. Inserici questa tua breve testimonianza oggi, te ne prego. Ciao. Beppe.

Oggi sono un po' malato. Ho la febbre, credo sia malaria. Ciao. Beppe


-----Original message-----
From: Nadia nadia@bluette.eu
Date: Fri, 29 Feb 2008 00:15:15 +0100
To: Fratel Giuseppe Gaido fr.beppe@cottolengo.org
Subject: Re: bollettino 53

Carissimo Beppe,
sono molto addolorata per quello che è accaduto in queste ultime ore...ciò che hai scritto ha toccato veramente il cuore dei lettori.
Grazie ancora per le notizie che ci trasmetti, non preoccuparti di scrivere ogni giorno.
Ho aggiunto un Guestbook..spero ti faccia piacere e ti piaccia. Ti sono sempre vicina, a dire il vero, anche se in questi anni abbiamo avuto solo rarissimi contatti diretti, io ti sono sempre stata vicina...forse più di qualcuno che è stato a Chaaria ed è rimasto fino alla fine della programmazione...piuttosto che me, che invece, andai via prima del previsto...ma credimi, un pezzettino di me, è rimasto lì per tutto il tempo, in quella stanzetta con la finestrella piccola con le grate in ferro...sento ancora i suoni e gli odori di quei magnifici posti...Chaaria.
Un abbraccio.

Nadia.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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