Carissimi,
Con questi sentimenti nel cuore anche oggi abbiamo cercato di dare il massimo a chi ha chiesto il nostro aiuto in ospedale. Siamo stati pienissimi, ma non abbiamo avuto grandi emergenze. Io ero un po’ moscio per una chiamata notturna avvenuta nelle primissime ore del mattino, a motivo di un’altro assalto a colpi di machete, ma ho cercato di dare quanto più potevo.
La mamma del feto malformato è serena, e sembra accettare tutto dalle mani di Dio.
Oggi abbiamo ricevuto un nuovo orfanello. E’ un maschietto nato in casa due giorni fa. Per ragioni in parte legate alla povertà ed in parte a motivi culturali e religiosi la madre aveva deciso di partorire in casa e si era chiusa nella sua baracca di legno. Questo è stato un errore gravissimo, sia perchè la mamma aveva una cicatrice da pregresso cesareo, sia perchè normalmente nessuno partorisce da solo anche se sceglie di farlo in casa. Ci sono molte donne nei villaggi che possono aiutare come assistenti ostetriche improvvisate.
Nessuno dei vicini sapeva che era arrivato il momento del parto. Il marito era assente in quanto al lavoro a Mombasa.
Non si sa cosa sia successo, nè quando la donna abbia dato alla luce il bimbo. Alcune donne del villaggio si sono avvicinate alla casa incuriosite dal fatto che da giorni non vedevano quella mamma al mercato. Hanno trovato le porte chiuse ed hanno udito il vagito di un neonato. Hanno sfondato la porta ed hanno trovato quella donna ormai morta con la placenta ritenuta ed il bambino che piangeva disperato sulla nuda terra ed in una pozza di sangue coagulato. Probabilmente c’è stata una rottura d’utero causata dalla cicatrice e la madre è morta di emorragia interna. Ci hanno portato subito il neonato, mentre loro cercheranno di rintracciare il papà che ancora non sa nulla.
Non abbiamo ancora deciso che nome dare al piccolo perchè aspettiamo il genitore per la decisione. La vita e la morte qui a Chaaria si incrociano e si alternano continuamente, come in una eterna ruota.
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