Carissimi,
Ancora una volta “sorella morte” e’ passata da Chaaria pesantemente. Questa volta la sua “falce” si e’ abbattuta ferocemente sulla nostra comunita’ portandoci via il nostro falegname Jamlick Koome. E’ stata una dipartita improvvisa e per questo ci lascia ancor piu’ sconvolti. Era ricoverato in ospedale da noi per malaria da circa una settimana, e non dava segno di miglioramento. Continuava a vomitare e ad avere febbre. Sapevamo da tempo che aveva problemi di pressione alta, ma la situazione sembrava del tutto sotto controllo.
Poi ieri mattina repentinamente ha avuto un edema polmonare con la pressione che e’ salita a livelli vertiginosi. L’ECG ha evidenziato un infarto miocardico, e rapidamente si e’ instaurata una insufficienza renale acuta. Abbiamo lavorato per lui senza posa fino a mezzanotte. La situazione a volte concedeva dei momenti di speranza, soprattutto quando il paziente respirava un po’ meglio o quando vedevamo un briciolo di urina dopo il lasix. Poi pero’ alla mezza la situazione e’ precipitata: Jamlick e’ diventato molto irrequieto. Non poteva stare in nessuna posizione, urlava a causa della “fame di aria” che non trovava sollievo neppure con l’ossigeno. In pochi minuti il nostro amico ci ha lasciati dopo aver “gaspato” per due o tre volte, davanti ai nostri occhi attoniti e impotenti: che cosa potevamo fare per lui. Io mi sentivo uno straccio: ho dato fondo a tutte le mie conoscenze e a tutti i farmaci a nostra disposizione. Ero stanco e svuotato. Trasportarlo a Nairobi non sarebbe stato possibile, perche’ era troppo grave. Ora come al solito, mi aspetto qualche accusa da parte della moglie, per non aver acconsentito al viaggio verso la capitale, ma davanti a Dio io penso che il paziente non avrebbe tollerato il trasporto e sarebbe morto per strada.
So che questa notizia portera’ sgomento a molti di voi che siete stati a Chaaria, perche’ Jamlick era anche un amico dei volontari: Gianni Derossi ha lavorato con lui, ed ha condiviso con lui anche sereni momenti davanti ad una bottiglia di birra; Francesco e Gisella hanno imparato da lui come si fa a preparare la birra al miele; Gianluca e molti altri lo hanno visitato a casa sua.
Jamlick ha poco più di trent’anni, e lascia una moglie vedova ed una bambina.
Per noi rimane anche il grosso vuoto nella falegnameria del centro: in questo momento stava preparando gli arredi per una nuova ala della fisioterapia, per gli uffici della contabilita’, e per lo spogliatoio dei pazienti.
Come sempre pieghiamo il capo davanti ad un disegno della Provvidenza che ci sembra al momento incomprensibile. La cosa ancora più triste è che a Chaaria già si parla di “malocchio” ed è cominciata la caccia alle streghe, con scambi violenti di accuse tra vicini di casa e anche tra membri del nostro staff.
Fr Beppe Gaido
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