L'inizio è duro in missione. Lo è stato per me, ma lo è stato anche per tutti gli altri volontari. Non tanto per la paura delle zanzare, quanto per la sofferenza che costantemente hai sotto gli occhi; una sofferenza che a Chaaria prende il volto soprattutto dell'AIDS e della malaria. Quanti bambini muoiono ogni giorno in Africa...
Mi ero portato la Bibbia che leggevo nel tempo libero e la cui lettura ha contribuito a mandarmi in crisi in alcuni passaggi. Inizialmente il Libro della Genesi, quando Dio rivolgendosi a Noè lo ammonisce dicendo: " Domanderò conto della vita dell'uomo, all'uomo; a ciascuno di suo fratello" .
Poi mi sono detto: va bene, ma quello era il Dio dell'Antico Testamento.
Poi c’è stato Gesù ed è stato scritto il vangelo; è a questo che dobbiamo ispirarci. Ma il Vangelo di Luca continua a parlare chiaro in proposito: "a chi molto è stato dato, molto sarà chiesto"... Vi assicuro che vedere i bambini scalzi con le pulci penetranti nei piedi e pensare ai miei scarponi da sci da 300 Euro mi crea imbarazzo e vergogna. A certe domande penso che non troverò mai risposta...
Ma la missione ti regala anche momenti di gioia immensa. Che bello donarsi completamente agli altri!!! Che bello contribuire a far sorridere i ragazzi handicappati ai quali prestavo servizio!! Ero più buono e più in pace con me stesso.
Pulivo i pavimenti e tagliavo il cotone nello “store” dell'ospedale con una serenità, che a casa non riesco a provare.
Era bello sentirsi parte attiva di una "causa" così nobile!!
Adesso, però, viene il difficile: continuare ad essere più buono e sereno anche a casa, tra i problemi quotidiani di sempre.
Francesco
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