venerdì 23 maggio 2008

Witchcraft significa malocchio


E’ questo un problema grave che ogni giorno dobbiamo affrontare. Anche persone colte e socialmente stabili sono permeate di superstizione e credono nella magia, soprattutto quando si tratta della salute.
Non e’ infrequente il caso di malati che lasciano l’ospedale quando non vedono un chiaro miglioramento e dicono di essere stati colpiti dal malocchio, a causa di un loro nemico che si e’ rivolto ad uno stregone. Nulla possiamo fare per cambiare questa loro idea: firmano addirittura la cartella clinica, pur di poter andare dal “witch-doctor” che ha il potere di fermare la maledizione.
Naturalmente questo poi porta a serie conseguenze per la loro salute, perche’ interrompono le terapie, per seguire solo le indicazioni del guaritore tradizionale. Il fatto piu’ inquietante e’ che lo stregone normalmente si considera anche in grado di sapere chi e’ stato a commissionare il “witchcraft”: e questo e’ come un’indicazione per commettere omicidio. Infatti i mandanti di un malocchio (o presunti tali) vengono normalmente bruciati vivi, senza un processo e senza possibilita’ di autodifesa.

E’ successo di nuovo ieri, in un rogo di massa, dove hanno trovato la morte 15 persone accusate di “malocchio”. Durante la notte poi sono continuati i disordini e sono state incendiate altre 5 case. Normalmente la polizia non fa nulla ed accetta questa pratica come una normale prassi di giustizia popolare. Ieri pero’ la gravita’ del fatto (in un giorno sono state uccise quasi altrettante persone quante negli scontri razziali di Johannesburg in South Africa) ha fatto scattare alcuni arresti da parte delle forze dell’ordine.
Anche a Nairobi l’insicurezza è ancora alta: un altro morto ucciso da gangster armati.
Gravi disordini sono nuovamente scoppiati sulla statale Meru-Nanyuki, tra polizia e conducenti di matatu, che accusano gli agenti di controlli esagerati. La strada e’ stata bloccata da pneumatici in fiamme e da confronti a muso duro tra poliziotti e gruppo di drivers.
A Chaaria oggi il solito via vai di gente. Tanto lavoro in sala operatoria: quest’anno anche senza l’arrivo di volontari (a maggio 2007 avevamo già avuto due stage chirurgici), il numero di interventi è leggermente superiore a quello dell’anno precedente.
Il numero totale di pazienti del 2008 è maggiore a quelli del 2007, purtroppo però che il numero dei decessi... quest’ultimo dato non lo so spiegare. Ci devo meditare su, per vedere se c’è qualcosa da cambiare nell’organizzazione delle terapie.

Ciao. Fr Beppe Gaido.


PS. Oggi compleanno del volontario dott Guido a cui abbiamo offerto la solita torta di Luca, e le solite bibite. Lui però ci ha offerto alcune bottiglie di barbera di Mukululu, una leccornia per noi molto rara.

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....