venerdì 26 settembre 2008

Ann


Cari amici,

mi chiamo Ann, e faccio la standard 6, cioè la prima media. La mia vita è stata normale fino a pochi mesi fa. Mio papà faceva l'insegnante e la mia mamma la casalinga. Ho un fratellino più piccolo che non va ancora a scuola. La mia mamma non ha studiato, ma se la cava bene nei lavori di casa. Tutti i problemi sono iniziati 3 mesi fa, quando il mio babbo è stato ricoverato a Chaaria per una grave forma di TBC. Forse è andato all'ospedale troppo tardi. Infatti nonostante le cure ricevute, è morto all'età di 32 anni. Questo ha portato la mia famiglia allo sfacelo. Mia madre non riesce a pagarmi la scuola convitto dove ho frequentato finora, e quindi ora sono a casa: ho sospeso gli studi. Mamy piange sempre e mi dice che i pochi soldi che riesce a racimolare li deve usare per il nostro sostentamento e per gli eventuali bisogni di tipo sanitario. A me però piacerebbe tornare a scuola. Prometto a chiunque vorrà aiutarmi che studierò con grande attenzione e cercherò di non deludere i miei benefattori.

Grazie! Ann

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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