domenica 30 novembre 2008

Siamo gli orfani di Suor Oliva


... come sapete Patrick sta meglio, e sta dormendo nell'altro lettino. Ha ancora la flebo ma indubbiamente è molto più vivace. Noi siamo tutti in forma. Nessuno di noi è malato. Ora le nostre notti sono un attimino più tranquille perchè all'ospedale hanno deciso di comprarci i pampers: questo per noi è un giorno specialissimo, perchè ora i nostri sederini rimangono asciutti per moltissime ore e noi possiamo riposare bene senza essere svegliati da quel fastidioso senso di bruciore causato dalla nostra pipì. Prima quei pannolini di tela erano un po' un calvario, e rimanevano a volte bagnati per molto tempo.

Non è che di notte non ci guardassero, ma capite che con 160 altri pazienti, le nostre infermiere a volte non potevano materialmente venirci a sistemare. Poi anche Patrick le ha impegnate tantissimo per varie notti. Grazie davvero a tutti i nostri genitori adottivi del blog che ci mandano un po' di soldini con cui ci vengono procurati questi morbidissimi pannolini.
Provate a indovinare i nostri nomi. Ve li ricordate?
Ciao. Sogni d'oro.

Gli orfanelli semi-addormentati
BebeCiuccio.gif
Orfanello1.JPG
PlutoNeve.gif
Orfanello2.JPG
Winninatale.gif
Orfanello3.JPG
Buonanotte.gif


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....