martedì 24 febbraio 2009

Patrick

Vi mando una foto di Patrick. Vi ricordate come era emaciato a dicembre quando addirittura avevamo temuto che morisse? Sembrava quasi che fosse malato di marasmo. Ecco come era....


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Ora invece e’ davvero paffuto ed ha superato la crisi brillantemente. Patrick saluta tutte le volontarie che in questi mesi si sono prese cura di lui.

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1 commento:

Milena Grasso ha detto...

Ciao!! ho appena visto sul blog le foto del nostro piccolo patrick 'formaggino', mi sono veramente venute le lacrime agli occhi nel vederlo così in forma, qualche tempo fa avevo proprio temuto per lui e invece, ancora una volta le nostre preghiere sono state esaudite...sono sempre più convinta che, in qualche modo, chaaria sia una terra di miracoli!! spero che anche silvia stia bene e ringrazio ancora una volta coloro che hanno voluto e curano il blog, ci aiuta ad eliminare i kilometri che ci allontanano dal kenya...l'unica pecca? non poter abbracciare e coccolare i piccoli orfanelli che vediamo in foto...chissà se prima o poi la tecnologia ci verrà incontro!?per ora ci accontantiamo di un abbraccio virtuale o dato loro da beppe da parte nostra!!!e intanto speriamo di ripartire al più presto..


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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