Questo dato scientifico arriva in un momento in cui anche all’Universita’ di Nairobi si stanno intensificando gli studi su un gruppo di prostitute operanti negli slum di Korogocho e Kangemi, le quali da quasi un decennio rimangono negative pur essendo a contatto quasi quotidiano con il virus HIV: con l’aiuto della comunita’ scientifica internazionale, a Nairobi si cerca di trovare il gene che dona questo tipo di immunita’ al virus.
La metodica usata in quel caso di trapianto e’ comunque molto costosa e necessita di tecnologie relativamente nuove chiamate “terapia genica”: in pratica si tratta di inserire un gene “modificato in modo da essere resistente all’ HIV” in cellule staminali prelevate dal midollo osseo di un paziente... e poi di reiniettare nello stesso paziente le cellule ora diventate resistenti, dopo l’ingegneria genetica. Esse quindi si replicherebbero e darebbero all’organismo la capacita’ di impedire al virus di entrare nelle cellule target.
Come sapete invece gli studi ed i trials sui vaccini anti-HIVnon stanno dando i risultati sperati. Noi che leggiamo questi dati stando all’equatore ci sentiamo lontani anni luce, ed anche se proviamo un certo incoraggiamento da questi risultati, ci chiediamo comunque: “anche se tutto questo funziona davvero, quando sara’ disponibile a prezzo accessibile anche ai piu’ poveri del mondo?”.
Fr Beppe Gaido
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