lunedì 9 marzo 2009

Grazie di cuore, carissimi amici sardi

Partire è sempre un po' morire, e domani una parte di noi volerà in Sardegna insieme a voi. Siete stati un gruppo stupendo.
... ci mancherete molto. Di voi ricorderemo la simpatia, la gioia di servire i più sfortunati, la voglia di stare con noi e di farci sentire vostri amici.
Grazie per tutto quello che avete fatto per noi, in sala operatoria come nel dipartimento degli handicappati, in cucina come dagli orfani.
Siete stati sempre positivi. Non vi siete mai lamentati di nulla. Avete sempre viisto il bello di Chaaria, dimenticando o cercando di non vedere tutti i nostri difetti. Ci avete fatto sentire parte di voi, e noi vi accogliamo nel mondo delle nostre amicizie più care. Salutateci le spiagge sarde.


Fr Beppe e comunità


VolontariSardi.jpg


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma siamo sicuri che siamo partiti.... noi ci sentiamo ancora li insieme a voi, e vero che materialmente non ci siamo, ma il cuore e li con voi,e presto torniamo a riprenderlo....
grazie ancora di tutto quello che ci avete donato, l'amore che avete profuso a piene mani,quella gioia e quei sorrisi che ci riempivano il cuore e che davano un senso alle nostre giornate.
ma non abbiate paura, torneremo ancora più determinati e chissà forse riusciremo a fermarci un poco di più
Rinaldo & Antonella


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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